Redentore 2020: il messaggio del sindaco Luigi Brugnaro all'inaugurazione del tradizionale ponte votivo

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Il discorso del sindaco
 

Redentore 2020: il messaggio del sindaco Luigi Brugnaro all'inaugurazione del tradizionale ponte votivo

17/07/2020

Si è tenuta questa sera, venerdì 17 luglio, l'inaugurazione del tradizionale ponte votivo allestito per la Festa del Redentore, alla presenza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, del patriarca, Francesco Moraglia e delle massime autorità cittadine, civili e militari.

La cerimonia, che si è svolta secondo le disposizioni anti Covid-19, è stata caratterizzata dal tradizionale messaggio del sindaco dopo l'attraversamento verso la chiesa del Redentore.

Di seguito il testo integrale del discorso del primo cittadino:

Eccellenza Reverendissima
Signor Prefetto
Autorità civili e militari
Care concittadine e cari concittadini
 
Ogni anno la ricorrenza del Redentore rappresenta un’occasione di festa civile e religiosa in cui tutta la nostra comunità rinnova il proprio legame con i valori fondativi della Città, della nostra tradizione e, quindi, del nostro essere veneziani.
Questo Redentore, celebrato in un anno così difficile come è il 2020, assume, per ciascuno di noi, un valore ancor più intimo, più spirituale, più romantico.

La terza domenica di luglio del 1577 il Doge Sebastiano Venier annunciò che la Serenissima era finalmente libera dal contagio della peste. Per festeggiare l’evento venne costruita una chiesa in legno provvisoria e fu realizzato un ponte di barche per collegare la Giudecca alla riva opposta così che il Doge potesse raggiungere la chiesa per le solenni funzioni di ringraziamento.

Oggi quello stesso spirito anima questo momento così solenne. Venezia apre le celebrazioni del Redentore con un giorno d’anticipo rispetto alla tradizione, e lo fa per consentire a quante più persone lo volessero di attraversare il ponte votivo e affidare a questo pellegrinaggio tutte le speranze, i desideri, le preghiere e, - cosa che ho appena fatto -, la sicurezza e il futuro della nostra Città.

Costruire ponti è una delle cose più significative e simboliche che l’ingegno dell’uomo possa fare. Un’apertura verso l’altro, al dialogo, al rispetto reciproco nella piena coscienza delle difficoltà e dei problemi che ci assillano: dalla sicurezza del nostro vivere civile alle questioni legate alla crisi economica e alle preoccupazioni per la perdita di posti di lavoro. Sono proprio questi temi da considerare come presupposto per la nuova ripartenza e un nuovo rinascimento per tutta la Città.

Non abbiamo voluto rinunciare a questo ponte e al suo essere simbolo di rinascita, della resilienza della nostra città e della nostra capacità di adattarci: anche se non abbiamo ancora sconfitto definitivamente quella pestilenza che si chiama Coronavirus stiamo imparando ad affrontarla.

Il Redentore rappresenta, assieme alla Madonna della Salute, la devozione e la speranza di tutti noi veneziani. A loro ci votammo per uscire da momenti di grande difficoltà e a loro sentiamo ancor oggi la necessità di affidare la Città.

Abbiamo affrontato, nell’ultimo anno, due vere e proprie catastrofi per Venezia: a novembre l’Acqua Granda, ora la pandemia. Nei giorni scorsi mi sono trovato a prendere una delle decisioni più difficili da quando sono Sindaco: annullare lo spettacolo pirotecnico del Redentore, quello che ritengo essere uno dei momenti più emozionanti e celebrativi della grandezza di Venezia, mi è costato notti insonni.

Abbiamo lavorato due mesi con tutte le Istituzioni, fino all’ultimo secondo, per realizzare un grande spettacolo di fuochi d’artificio con le persone in sicurezza nelle rive e nelle barche, con l’obiettivo di dedicare questa festa ai sanitari e a tutti coloro che si sono spesi in prima linea per superare questo maledetto virus. Purtroppo la scorsa settimana, in modo assolutamente imprevedibile il fattore di contagio è cambiato: da 0,4 è balzato a 1,6, e io ho dovuto prendere la triste decisione di non realizzare i fuochi. Non potevamo in alcun modo rischiare di mettere tutto a repentaglio.

Dobbiamo dimostrare responsabilità ai cittadini e soprattutto vogliamo che il mondo intero sappia che Venezia è una città sicura, una città disposta a un'ulteriore rinuncia pur di non vanificare mesi e mesi di sacrifici. Chiedo a tutti comprensione.

Non abbiamo voluto rinunciare all'aggregazione spontanea, sempre in sicurezza, con animazioni musicali diffuse, con le regate di domenica e, naturalmente, con le celebrazioni liturgiche del nostro Patriarca Francesco Moraglia. Proprio a lui arrivi un sincero grazie per la sua continua illuminata presenza, come guida spirituale per me e per tutta la Città.

Da oggi, simbolicamente, si aprono le celebrazioni per i 1.600 anni della Fondazione di Venezia, che culmineranno il 25 marzo 2021. Sarà l'occasione per raccontare al mondo la nostra storia, i nostri valori fondanti, le nostre eccellenze e riscoprire il nostro orgoglio di essere cittadini dello Stato da mar e dello Stato da tera.

Grazie anche a tutte le persone che si sono dedicate con impegno e passione per l’organizzazione di questo Redentore. Grazie agli operai e ai tecnici che hanno realizzato il ponte, agli operatori di tutte le Forze di sicurezza, agli addetti alle pulizie, ai piloti, autisti e macchinisti e a tutti coloro che a qualsiasi titolo saranno impegnati per il buon esito di questa festa. Arrivi a tutti voi il mio più sincero augurio di un buon Redentore. Che sia davvero un momento da vivere nella nostra intimità, un Redentore più romantico e che, per questo, raccolga in sé il significato del momento storico che stiamo vivendo. Che sia un momento di speranza, nella fede di un futuro migliore. Crediamoci insieme!
Buon redentore a tutti voi!

Luigi Brugnaro
Sindaco della Città di Venezia

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