Donate a Venezia opere in vetro di Murano per 1,3 milioni di euro: firmato oggi l'atto pubblico di accettazione

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La firma dell'atto di accettazione della donazione
 

Donate a Venezia opere in vetro di Murano per 1,3 milioni di euro: firmato oggi l'atto pubblico di accettazione

11/02/2020

Una donazione che arricchirà in maniera sensibile la già corposa offerta del Museo del Vetro di Murano. Il sindaco Luigi Brugnaro, alla presenza della direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, Gabriella Belli, e della responsabile del Museo del Vetro, Chiara Squarcina, ha firmato oggi l'atto pubblico di accettazione della donazione al Comune di Venezia, da parte della ditta Carlo Moretti srl, di una selezione di opere in vetro che si compone di 453 oggetti, 12 quadri, 1 pannello di catalogo di perle vitree e 2 cannette di vetro della collezione Cappelin. Oggetti dal valore totale stimato di 1.308.900 euro.

"Eccellenza artistica e artigiana"

"E' un giorno importante per la Città - ha dichiarato il sindaco Brugnaro - Questi pezzi in parte ora troveranno posto nella sala 8, la sezione sul Novecento del museo, in attesa della conclusione dei lavori di ampliamento della struttura all'Edificio 1 delle ex Conterie. Ringrazio per la generosità e l'amore che hanno dimostrato per Venezia Bruna Mateotti Moretti e Maria Roberta Rinaldi Moretti, che custodiscono il sogno dei fondatori dell'azienda, i fratelli muranesi Carlo e Giovanni Moretti, dei veri innovatori. Dietro ogni pezzo in vetro che ci accingiamo a esporre c'è una storia di eccellenza artigiana che si perde nei secoli e che ha reso grande Venezia nel mondo. Un'arte che ora dobbiamo impegnarci a tramandare alle nuove generazioni".

Il "cristallo di Murano"

I fratelli Moretti contribuirono a rinverdire negli anni Settanta la tradizione del "cristallo di Murano", puntando su un design inconfondibile. Ora alcune delle loro opere più importanti saranno esposte al pari di altri capolavori dell'arte vetraria muranese, rispettando così la volontà delle eredi dei fratelli Moretti, che hanno donato le opere "affinché ne sia garantito il pubblico godimento".

 
 

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