Messaggio del sindaco in occasione della Festa del Patrono San Michele Arcangelo"

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Messaggio del sindaco in occasione della Festa del Patrono San Michele Arcangelo"

29/09/2017

Oggi Mestre festeggia San Michele Arcangelo, il suo patrono. Una festa religiosa in onore del santo che simboleggia la vittoria del bene sul male e che combatte chi s’innalza con superbia, sfidando l’Altissimo.
Un patrono portatore di un messaggio per tutti. Per gli Ebrei, nella cui Bibbia compare come custode del Popolo di Israele, e per i credenti musulmani, per i quali, secondo la tradizione, avrebbe istruito il profeta Maometto sulle volontà di Allah. L'Arcangelo Michele ci accomuna e ci difende contro i mali e ci offre una rinnovata speranza per tutta la comunità cittadina senza alcuna distinzione.
E’ questa un'occasione in cui la Città si ritrova riflettendo sulle proprie radici, prende forza dal riconoscersi comunità per continuare la sua strada verso il futuro, con rinnovata fiducia. Credo sia questo, in fondo, il significato profondo di una ricorrenza come quella del Santo Patrono.

L’urbs mestrina, nel recente passato, ha corso il rischio di perdere i contorni fondanti, vitali e operosi della civitas, vittima di un lungo processo di degrado economico, sociale e culturale. Un sostanziale abbandono, in cui hanno brillato l’assenza e il disinteresse di chi allora ci governava.
A questa situazione, la città di terraferma ha saputo reagire con fermezza e con nuova speranza, dandoci il mandato e la forza per risolverla, in sinergia con tutto il territorio circostante. Impegno che ci siamo assunti fin dal primo giorno, assolutamente consapevoli che i processi di rinascita sono lunghi, e che richiedono, per essere avviati, una grande dose di umiltà e di ascolto delle istanze che provengono dal profondo della Città. Saranno necessari anni perché siano completati, anche se qualche risultato positivo già s’intravede: il cambio di passo si rende percepibile, come in un gioco di tessere che s’incastrano fino a rivelare il disegno finale.

Ci siamo mossi subito su alcune direttrici fondamentali che hanno ispirato il nostro agire. In primo luogo quella della sicurezza e della legalità, che è soprattutto difesa dei più deboli e condizione necessaria per lo sviluppo economico, sociale e culturale di una città. Questo è stato possibile grazie al contributo indispensabile delle Forze dell’ordine e dei cittadini nel controllo del territorio: dalla Polizia di Stato, che celebra anche lei oggi la festa patronale, ai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza ai Lagunari, dalla Polizia Locale alla Protezione Civile, fino ai volontari del Controllo di vicinato. A loro i ringraziamenti di tutta la città e miei personali. Primo dovere di chi governa, in una situazione di crisi economica e di degrado sociale come quella che abbiamo ereditato, è non far sentire solo il cittadino. Le istituzioni devono far percepire la loro presenza e infondere la certezza di essere pronte a garantire la legalità. Su questo non arretreremo.

Nuovi progetti stanno innervando di vita e di normalità zone prima periferiche e a rischio degrado. Mestre sta cambiando il suo aspetto e la sua vivibilità, e questa volta, dopo anni, in senso positivo. È già all’orizzonte l’intervento che riguarderà la zona della stazione ferroviaria, che andrà a bonificare un’intera area urbana, rendendola vivibile, sventando quei pericoli di ghettizzazione ora esistenti, nell’opera più completa di ricucitura del territorio.

Anche sul piano sociale e culturale credo che quest’Amministrazione possa rivendicare quanto ha fatto, grazie agli interventi di rivitalizzazione del centro e di Piazza Ferretto, e alle iniziative promosse con eventi musicali e culturali di alto livello, che hanno richiamato migliaia di persone.
Mestre e la sua piazza sono tornate ad essere un luogo di attrazione per tutta la Città Metropolitana. Anche questo è un segno di rinascita, di riacquistata fiducia e di partecipazione. Abbiamo portato l'arte dei nostri musei veneziani in terraferma con le mostre d’arte organizzate al Centro Culturale Candiani e a Forte Marghera, com’era giusto che fosse e come troppo a lungo non si era fatto.

Sono tutti segni importanti che ogni cittadino sa cogliere. Essi contribuiscono a dare spessore alla vivibilità urbana rendendola ricca di offerte, di opportunità e di occasioni di socializzazione. Segni che tracciano l’ordito di una civitas ricca e vitale, con una forte identità e che saprà cogliere i germogli della ripresa economica e dei posti di lavoro.

L’obiettivo è fare di Mestre, assieme a Marghera, Chirignago, Zelarino e Favaro una grande città di terraferma perfettamente integrata con la città d’acqua e le isole, espressione compiuta della modernità e della complessità del vivere quotidiano, che trae la sua forza dalla poliedricità delle sfumature e dalla sua dimensione metropolitana, unica condizione per competere nella sfida globale.
Un territorio accogliente e ricco di opportunità per i suoi cittadini, nel rispetto di quelle regole che ci siamo dati.

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