Giochi perduti

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Due bambini giocano al salto della cavallina in campo San Barnaba a Venezia
 

Giochi perduti

24/11/2016

Con un Percorso guidato tra i “giochi perduti” - a cura di Patrizia Zamperlin, studiosa senior dell' Università degli studi di Padova, già docente di storia della scuola e responsabile scientifica del Museo dell'Educazione - prende il via al Centro Culturale Candiani giovedì 24 novembre, alle ore 17.30, una serie di approfondimenti legati al gioco tradizionale nell'ambito della mostra GIOCHI PERDUTI Fotografie, balocchi e racconti alla riscoperta del tempo passato

Ideata dal Centro Culturale Candiani e realizzata in collaborazione con Shots Gallery, Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, Museo dell'Educazione Dipartimento FISPPA Università degli Studi di Padova, IRE Istituzione di Ricovero e di Educazione, La Gondola Circolo Fotografico Venezia, FAST Foto Archivio Trevigiano, la mostra propone 120 fotografie (vintage e modern print) e decine di giocattoli suddivise in due sezioni.

La sezione intitolata Il gioco è firmata dal grande Maestro Pepi Merisio che in viaggio per l'Italia ha ritratto, con semplicità e grandezza, momenti di gioco come elemento fondamentale nella vita dei bambini e degli adulti. Per Merisio all'epoca erano sicuramente momenti di vita “puri”, come dettava proprio la poetica Neorealistica e la tendenza fotografica e reportagistica di quegli anni, per noi oggi diventano documenti assoluti di tutta una tipologia e un'essenza del gioco che in parte non esiste più, e in parte si è radicalmente trasformata, lasciando spazio come molta della nostra vita negli ultimi anni, ai nuovi mondi digitali.

Vera e propria mostra nella mostra, la sezione Giochi perduti è dedicata a Venezia con oltre cinquanta immagini provenienti dal Fondo Fotografico Tomaso Filippi, l'Archivio storico del Circolo Fotografico La Gondola, il Fondo Reale Fotografia Giacomelli e il Fondo Borlui del FAST.

C'è chi gioca a calcio in Campiello de le strope e c'è chi si tuffa nei rii cittadini, una bimba salta la corda in Campo Squellini... Ma c'è anche il gioco delle bocce al Lido di Venezia -gli sfidanti in divisa elegante e impeccabile- il gioco delle carte, la lotteria con il coniglio alla Festa dell'Unità di Favaro e poi ancora le giostre e il nascondino…

Le fotografie evocano le grida dei bambini, le voci delle persone, i rumori di una Venezia “perduta”, quella dei giochi tradizionali, e il racconto per immagini sottrae così al passato un frammento di vita della nostra città.

I giocattoli provenienti dal Museo dell'Educazione dell'Università di Padova e da collezione privata completano un percorso pensato come invito a riscoprire e riflettere sul “tempo passato”, ma anche come stimolo a “esplorare“ il mondo del gioco contemporaneo con spirito propositivo e creativo.

Secondo o appunatmento, assolutamente da non perdere, sabato 26 novembre, ore 21.00, Le favole del Cunto di Eleonora Fuser. L’opera Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de’ peccerille di Gian Alessio Abbattutis, pseudonimo scherzoso di Giambattista Basile, (1566-1632 nato a Giugliano in Campania, da giovane soldato mercenario al servizio della Repubblica della Serenissima, famoso cantastorie di Piazza San Marco e di Riva degli Schiavoni e fonte immediata della Fiaba teatrale del Gozzi) è il più antico, il più ricco e il più caratteristico fra tutti i libri di fiabe popolari (Benedetto Croce), che apparve postuma fra il 1634 ed il 1636 e rappresenta una fusione folk lirica e intrecci fiabeschi che attingono alla più antica tradizione orale. L’attrice Eleonora Fuser, attraverso una ricerca fisica e corporea basata su tecniche di Commedia dell’Arte e di teatro Orientale, ha elaborato (utilizzando maschere di tradizione e d’invenzione) alcuni dei racconti contenuti ne Lo Cunto de li Cunti, realizzando uno spettacolo teatrale che la vede in scena da oltre vent’anni.

Nella nuova versione saranno narrate alcune favole originarie del Cunto, come Le tre Corone, I tre Cedri, L'Orsa e la storia cornice di Zoza principessa che non rideva mai.

Per le famiglie, domenica 27 novembre, ore 17.00 Ti faccio a pezzi!
Laboratorio ludico-didattico, a cura di Silvia Fabris. Divertimento assicurato perchè cosa succede se ti faccio a pezzi? Semplice, ci si diverte a creare nuovi personaggi scombinando parti del corpo o del viso… creare, osservare, cercare e abbinare…

Ingresso libero, ma con posti limitati e pre-iscrizione telefonica al numero 041.2746158.

Buon gioco a tutti!

 

Tutta la rassegna sul sito

 

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