Riva Sette Martiri, il Comune di Venezia ricorda l'eccidio nazista

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Riva 7 Martiri De Martin
 

Riva Sette Martiri, il Comune di Venezia ricorda l'eccidio nazista

03/08/2025

Il 3 agosto 1944, sette giovani partigiani venivano fucilati in una rappresaglia nazista, davanti alla popolazione rastrellata, a monito della repressione violenta che sarebbe stata inflitta a chiunque volesse continuare a resistere e anelare la libertà. Quel giorno morivano Aliprando Armellini, Gino Conti, Bruno De Gasperi, i fratelli Alfredo e Luciano Gelmi, Girolamo Guasto, Alfredo Vivian.  

Oggi, come ogni 3 agosto, il Comune di Venezia ha commemorato l'eccidio: in Riva Sette Martiri, loro dedicata, davanti la lapide che ricorda il tragico evento, l'assessore Massimiliano De Martin e la presidente dell'ANPI “Sette Martiri”, Enrica Berti.

"Oggi ci ritroviamo in un luogo e in una data che, per la nostra città e per l’Italia tutta, ha un significato profondo - ha sottolineato De Martin - Quel 3 agosto del 1944, sette figli furono fucilati dinanzi alla città come rappresaglia per l’uccisione di un soldato tedesco. I loro nomi sono incisi nella memoria di Venezia e della Repubblica. Erano giovani e uomini liberi, condannati; subirono un doppio tragico torto: aver perso la libertà ed essere stati rinchiusi in carcere per aver espresso i propri valori, per poi essere sacrificati per un crimine mai commesso. Con il loro sacrificio, hanno affermato ciò che oggi diamo per acquisito: la libertà, la dignità, la giustizia. Non scelsero di essere condannati, ma scelsero di pensare in modo diverso rispetto a quel momento storico; questo li rese, ancor prima che martiri, grandi. Lo fecero per amore della propria terra, del proprio popolo, del futuro.

Da quel giorno sino alla Liberazione, l’Italia ha percorso una lunga strada di ricostruzione democratica, fatta di conquiste civili, sociali e istituzionali - ha continuato l’assessore - Come non ricordare il suffragio universale, lo Statuto dei Lavoratori, le battaglie per i diritti civili? Oggi affrontiamo nuove sfide: cambiamenti climatici, evoluzioni tecnologiche, dinamiche globali. Ma il valore del libero arbitrio e del dialogo rimangono fondamentali. Onoriamo i Sette Martiri custodendo questi principi: libertà, giustizia, responsabilità collettiva. Solo così potremo costruire un futuro migliore, nel solco della democrazia e della convivenza civile. Viva la libertà, viva la democrazia".

A portare il saluto della Municipalità di Venezia Murano Burano è stato il presidente Marco Borghi con un messaggio nel quale viene evidenziato che quello celebrato oggi “è una riflessione sull’attualità di quell’estremo sacrificio, del valore supremo di impegnarsi e di scegliere quando le coscienze vengono scosse e l’agire diviene imperativo; come fecero Alfredo Gelmi, Alfredo Vivian, Aliprando, Bruno, Gino, Girolamo, Luciano, che non esitarono a contrastare e combattere il nazifascismo, e con loro decine di migliaia di italiani e italiane, di ogni ceto sociale, uniti dalla  volontà di consegnare ai loro figli e ai loro nipoti una nuova Italia libera, giusta e democratica. Oggi quei figli e nipoti, cresciuti negli anni, da questo palco testimoniano che quell’impegno non è stato dimenticato”.

I sette giovani erano prigionieri politici di Santa Maria Maggiore e la loro uccisione fu una rappresaglia, a seguito della scomparsa di una sentinella tedesca di motovedetta, avvenuta il giorno prima e imputata erroneamente ai gruppi partigiani. Venne ordinata la perquisizione delle case di via Garibaldi, area notoriamente antifascista, che però non portò al ritrovamento della sentinella scomparsa. Così le pattuglie tedesche rastrellarono oltre 500 persone della zona e le costrinsero ad assistere all’esecuzione dei sette detenuti. Questi furono allineati e legati tra loro in quella che oggi è chiamata, per l'appunto, Riva dei Sette Martiri, e fucilati dai soldati tedeschi.

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