Torna Candiani Groove, il festival internazionale della musica contemporanea

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Torna Candiani Groove, il festival internazionale della musica contemporanea

16/09/2025

Ritorna l’appuntamento con la world music di Candiani Groove, la rassegna di concerti organizzata al Centro Candiani dal Settore Cultura del Comune di Venezia con la direzione artistica di Veneto Jazz.

Da ottobre a novembre sono cinque le date imperdibili con artisti internazionali che spaziano tra sonorità e mondi lontani.

“La nuova edizione di Candiani Groove è ancora una volta un invito ad attraversare i confini geografici e costruire ponti culturali attraverso la forza della musica. Ogni artista porta con sé una storia unica, che diventa specchio di un mondo plurale e in costante trasformazione e lo fa sul palco della nostra città che nel corso degli anni è diventata una vetrina ambita dagli artisti – è il commento della consigliera delegata "Città di Venezia, cultura: attività teatrali e cinema" Giorgia Pea- Questa amministrazione ha investito molto sulla cultura e i suoi spazi per dare risposta alle passioni dei nostri cittadini e visitatori che ci scelgono per passare alcune ore in compagnia” .

Si parte domenica 5 ottobre, alle ore 18.30, con i Danûk, gruppo di origine curda che raccoglie le radici del repertorio curdo rinnovandole con sensibilità contemporanea, trasformando la memoria in esperienza viva. La loro musica nasce dall’incontro di culture diverse e ha l’obiettivo di superare i confini, unendo tradizione e contemporaneità. Reinterpretando i canti popolari curdi, il gruppo li trasforma in testimonianze vive, capaci di restituire la complessità di una storia geografica e sonora ricca e stratificata. Il gruppo combina strumenti popolari curdi con strumenti occidentali come chitarra e basso.

Domenica 19 ottobre, alle ore 18.30, è la volta di The Zawose Queens, eredi di una tradizione ancestrale della Tanzania, danno voce al patrimonio Gogo con energia nuova, aprendo prospettive inedite per le donne nella musica africana. Il loro album di debutto, Maisha, fonde la musica tradizionale Gogo con sottili elementi elettronici, creando un suono unico e rivoluzionario che al tempo stesso onora la loro eredità e apre nuovi orizzonti per le donne nella musica dell’Africa orientale.

I testi, cantati nella loro lingua madre Kigogo, esprimono la loro passione per la musica, le meraviglie della vita e l’orgoglio per il loro ambiente Con Nica’s Dream venerdì 7 novembre, alle ore 21.00, incontriamo la figura della baronessa e mecenate Pannonica de Koenigswarter: attraverso musica, parole e immagini, il jazz torna a farsi racconto di libertà e visioni. Partendo dal libro I musicisti jazz e i loro tre desideri, lo spettacolo racconta la vita di Pannonica nella New York del jazz durante la metà del secondo scorso, grazie alla narrazione di Valerio Corzani, nota voce di Radio Rai 3, alla musica di Giorgio Li Calzi e con le Polaroid scattate da Pannonica che vengono animate da Andrea Daddi con programmi di intelligenza artificiale.

Domenica 16 novembre, alle ore 18.30, il duo brasiliano Vanessa Moreno e Salomão Soares intreccia canzone popolare e ricerca, creando atmosfere intime e vibranti che guardano al futuro della musica latinoamericana. Un viaggio sensibile e profondo attraverso la canzone brasiliana, rivisitando opere che hanno plasmato i percorsi musicali dei due artisti, offrendo nuove interpretazioni di composizioni tradizionali.

Chiudono il cartellone domenica 30 novembre, alle ore 18.30, i Four On Six portando la vitalità del manouche, capace di unire swing, jazz e tradizioni popolari con un linguaggio attuale e internazionale. Dalla Sicilia a Milano, attraverso inserti che vanno dallo swing al jazz melodico, dal nu jazz alle musiche popolari (e addirittura con incursioni nella musica classica), la band porta il proprio originalissimo contributo alla galassia del mondo “manouche”. La filosofia che guida questa stagione è semplice e ambiziosa: proporre esperienze sonore che non siano soltanto concerti, ma incontri tra mondi, occasioni di ascolto e di dialogo. Perché l’Auditorium non sia solo un palcoscenico, ma uno spazio vivo in cui le differenze si intrecciano per immaginare una nuova realtà.

Per informazioni: www.culturavenezia.it

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