I legni del tombolo sono tornati a ticchettare tra le sale di palazzo Mocenigo. Era il secondo "Venerdì del merletto". E ancora una volta è stato il museo di Storia del tessuto e del costume a fare da cornice al lavoro artistico e artigianale delle maestre dell'A.C.S. Murazzo di Pellestrina, vincitrici del premio nazionale "Un merletto per Venezia 2024", e delle merlettaie di Mestre.
Sedute sui loro piccoli sgabelli hanno mostrato ai visitatori del museo il lavoro a tombolo, intrecciando fili tirati man mano da piccoli rocchetti di legno chiamati, per la loro forma, fuselli o mazzette, ma anche ossetti o piombini. Un lavoro lungo, attento e scrupoloso, per dare alla luce quadri preziosi, centrotavola, ma anche bracciali o ventagli, pochette da sera e copricapo. Un lavoro che parte sempre da un'ispirazione, da un'idea, che le merlettaie riescono a tradurre in un disegno prima e in una serie di movimenti e lavorazioni poi.
A palazzo Mocenigo si sono potuti ammirare molti lavori, dai pizzi più semplici a quelli che hanno richiesto anche oltre cento fuselli; opere vincitrici di concorsi internazionali; la lavorazione in corso d'opera di nuovi progetti.
Ad accompagnare le merlettaie a Palazzo Mocenigo c'era il consigliere delegato ai Rapporti con le isole, Alessandro Scarpa Marta, che ha portato i saluti della presidente del Consiglio Ermelinda Damiano. Orgoglioso, il consigliere, delle maestre che continuano un'arte del XVI secolo: "Le ringrazio perchè tramandano il loro sapere alle nuove generazioni: il mercoledì pomeriggio, all'istituto Loredan, tengono gratuitamente tre ore di lezione".
L'evento di oggi rientrava tra gli appuntamenti della Biennale del merletto, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e giunta alla quarta edizione. "Siamo infatti in rete con altri comuni e altre associazioni - ha spiegato Lorella Ballarin, merlettaia di Pellestrina - e si organizzano giornate come queste per contribuire al percorso nazionale per la candidatura Unesco del merletto italiano quale bene immateriale dell'umanità".