Consiglio comunale, riqualificazione dell’ex sede della Camera di Commercio in Calle Larga XXII Marzo a Venezia: autorizzato l’insediamento di una struttura ricettiva alberghiera

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Facciata Ca' Farsetti
 

Consiglio comunale, riqualificazione dell’ex sede della Camera di Commercio in Calle Larga XXII Marzo a Venezia: autorizzato l’insediamento di una struttura ricettiva alberghiera

15/12/2022

Il Consiglio comunale nella seduta odierna ha approvato con 20 voti favorevoli e 13  contrari la riqualificazione dell’ex sede della Camera di Commercio in Calle Larga XXII Marzo a Venezia autorizzando l’insediamento di una struttura ricettiva alberghiera. Ai sensi dell'art. 21-bis delle Norme Tecniche di Attuazione della Variante al Piano regolatore generale per la Città antica, il provvedimento è stato varato in deroga alla delibera con cui il Consiglio comunale nel 2017 aveva adottato nuove norme urbanistiche volte al contenimento ed alla regolamentazione della funzione turistico – ricettiva nella città storica.

Il progetto, presentato dalla Società Marzo Hotel S.r.l., che si è aggiudicata l’immobile dopo che nel 2017 la Camera di Commercio aveva deliberato l’alienazione del complesso immobiliare, di quasi 5mila mq, prevede la realizzazione di una struttura ricettiva alberghiera 5 stelle lusso. In particolare si prevede la predisposizione di 43 camere, con spazi commerciali, pubblici esercizi e spazi espositivi aperti al pubblico ai piani terra, primo e secondo dei vani storici monumentali prospicienti Calle Larga XXII Marzo (ex Sala Borsa ed ex Caffetteria).

Un progetto - si legge nel provvedimento - che “considerati la qualità delle strutture e l’alta gamma dei servizi offerti, la specifica localizzazione nell'ambito del centro storico,la capacità di innescare processi di riqualificazione degli spazi pubblici circostanti, l’uso razionale ed unitario degli immobili, l’impatto occupazionale e l’indotto economico è coerente con i criteri per il rilascio della deroga contenuti nelle norme urbanistiche approvate dal Consiglio comunale (art. 21-bis, comma 2)”.

Nel testo di delibera viene evidenziato inoltre come il complesso, per i caratteri monumentali degli spazi interni e per i vincoli posti alle trasformazioni dal Ministero dei Beni culturali, (che ha vietato suddivisioni o frammentazioni degli spazi interni che non rispettino l’originaria articolazione) risulta inidoneo ad un’eventuale trasformazione ad uso residenziale. “Per gli stessi motivi e tenuto in particolare conto delle elevate dimensioni del compendio – viene precisato - risulta difficilmente fruibile per lo svolgimento di attività diversa da quella ricettiva, con conseguente elevato rischio che il complesso rimanga dismesso per molti anni con grave deperimento conservativo di un edificio storico di pregio architettonico e d’interesse culturale”.

La società ha poi proposto di mettere a disposizione della Città di Venezia – oltre a quanto dovuto per gli oneri concessori ordinari e per la monetizzazione dei parcheggi – una somma di 10.000.000 di euro, comprensiva dell’importo dovuto ai sensi dell’art. 16, comma 4, lettera d-ter, DPR 380/2001. L'autorizzazione del Consiglio comunale è risolutivamente condizionata al versamento di tale importo contestualmente al ritiro del permesso di costruire.

Nel corso della seduta è stato approvato con 24 voti favorevoli, 9 astenuti e un non votante l’emendamento di Giunta con cui sono state presentate controdeduzioni al parere contrario alla delibera espresso dalla Municipalità di Venezia, Murano, Burano.

L’assemblea ha infine approvato, con 20 voti favorevoli e 11 astenuti, una mozione collegata che impegna il sindaco a concordare con i proponenti le modalità di condivisione di eventi espositivi e culturali organizzati dell'Amministrazione all'interno degli spazi compatibili dell'immobile; chiedere il massimo impegno per garantire l'unitarietà del compendio, senza futuri frazionamenti, in modo da non vanificare la valorizzazione e la tutela che il Consiglio ha approvato; esercitare una moral suasion nel dare precedenza all'assunzione di personale proveniente da strutture recettive-ristorative che vedono difficoltà imprenditoriali in città.

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