Rassegna “Autori, Autrici a km 0”: mercoledì 27 febbraio alla biblioteca Vez presentazione del libro di Antonio Cocco "Ridotta Isabelle. Nella Legione straniera senza ritorno da Dien Bien Phu. Lettere 1952 -54”

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Copertina Ridotta Isabelle
 

Rassegna “Autori, Autrici a km 0”: mercoledì 27 febbraio alla biblioteca Vez presentazione del libro di Antonio Cocco "Ridotta Isabelle. Nella Legione straniera senza ritorno da Dien Bien Phu. Lettere 1952 -54”

18/02/2019

Mercoledì 27 febbraio, alle ore 18, nell'ambito della rassegna “Autori, Autrici a km 0”, la Biblioteca civica VEZ ospiterà la presentazione del libro di Antonio Cocco "Ridotta Isabelle. Nella Legione straniera senza ritorno da Dien Bien Phu. Lettere 1952 -54”, Terre di mezzo Editore. Il volume, vincitore del Premio Pieve Saverio Tutino 2017, racconta la storia di uno studente veneziano scappato di casa, arruolato sotto ricatto e finito a morire nella guerra d’Indocina. Introduce e coordina l'incontro Francesca Brandes; intervengono Natalia Cangi, direttrice della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale con sede a Pieve Santo Stefano (Arezzo), Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, Gianluigi Cortese, giornalista. Lettura di brani dell’epistolario a cura di Alberto Cocco e Arianna Favaretto. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti, con entrata da via Querini 33.

Antonio “Toni” Cocco, quinto di dieci fratelli, frequenta il terzo anno di Ragioneria all’istituto Paolo Sarpi quando, il 24 maggio 1952, scappa da Venezia dopo un’interrogazione andata male. Lascia la casa in fondamenta del Soccorso, a Dorsoduro, e con un amico entra senza documenti in Francia, attraversando in modo rocambolesco le Alpi sopra Bardonecchia. Arrestato a Modane, è ricattato: o torni in Italia e finirai in carcere, e magari tuo padre poi non ti vorrà più con sé, oppure ti arruoli nella Legione straniera. Toni sceglie la Legione straniera, senza sapere cosa sia. Ha 18 anni e quindi a quell’epoca è minorenne, ma la legislazione francese consente l’ingaggio di diciottenni stranieri (non dei francesi) anche senza il consenso paterno. Antonio spedisce una cartolina da Marsiglia all’imbarco per l’Algeria. Poi dal 18 giugno comincia a scrivere lettere, prima dall’Algeria, poi dall’Indocina. Non smetterà mai, usando una lingua italiana sempre più incerta e ricca di francesismi, fino alla morte nel 1954: a Dien Bien Phu, nella Ridotta Isabelle, l’ultimo caposaldo francese conquistato dall’esercito del Viet Minh. Lettere scritte anche in trincea, in condizioni impossibili, che raccontano del duro addestramento, del carcere punitivo, del tentativo di fuga scoperto quando la libertà era ormai riconquistata, di sventagliate di mitra e bombe, assalti all’arma bianca, saccheggi, ma anche di amore, amicizia, solidarietà, del desiderio di tornare in famiglia.

All’Archivio dei Diari sono depositate solo le 134 lettere di Antonio conservate dal padre Luigi, che attraverso canali governativi e diplomatici tenta invano in ogni modo di riportare il figlio a casa e avvia una vertenza con la Francia sulle regole dell’arruolamento nella Legione. L’epistolario è pubblicato in “Ridotta Isabelle”, con la prefazione dello storico Umberto Gentiloni Silveri e l’introduzione di Gianluigi Cortese.

Venezia, 18 febbraio 2019

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