Veronica Franco, una delle piu “honorate” poetesse e cortigiane veneziane

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Veronica Franco
 

Veronica Franco, una delle piu “honorate” poetesse e cortigiane veneziane

25/01/2019

 

Veronica Franco fu una delle piu “honorate” poetesse e cortigiane veneziane (1546 – 1591). Visse agiatamente per la maggior parte della sua vita da cortigiana, tuttavia non poté godere della protezione accordata alle donne "rispettabili". Dovette sempre farsi strada da sola. Studiò e cercò i propri mecenati tra gli uomini colti.
La Repubblica di Venezia riconosceva due diversi tipi di cortigiane: la cortigiana onesta, ossia la cortigiana intellettuale, e la cortigiana di lume, una cortigiana dei ceti bassi (più simile alle moderne prostitute), che di solito viveva e praticava il mestiere vicino al Ponte di Rialto. In città c'erano circa 11.000 cortigiane; una cifra notevole se rapportata alla popolazione.
Veronica Franco, il cui nome scomparve per tre secoli dalla storia, prima di riemergere nella prima metà dell’Ottocento, rappresenta una figura di cortigiana particolare: bella, colta, intelligente, tanto da divenire una delle più richieste del suo tempo, sia per l’abilità nel talamo, sia per la capacità di saper ammaliare i suoi “clienti”.

Veronica Franco fu probabilmente l'esempio più celebre di cortigiana onesta, anche se non fu l'unica intellettuale in una Venezia rinascimentale che vantava una cultura raffinata e annoverava numerosi talenti in ambito letterario e artistico. Figlia di una cortigiana onesta, Veronica in giovane età fu iniziata a quest'arte dalla madre, ma ciononostante si sposò giovane con un ricco medico. Purtroppo  si separò presto e per mantenersi diventò una cortigiana d'alto rango.
Fu inserita ne “Il Catalogo di tutte le principale et più honorate cortigiane di Venezia”, un elenco stampato nel 1565, che forniva il nome, l'indirizzo e le tariffe delle cortigiane più in vista di Venezia secondo il quale un bacio di questa cortigiana costava 5 o 6 scudi, il “servizio completo” 50 scudi; la madre era indicata come la persona a cui bisognava versare il denaro. Dagli archivi sappiamo che Veronica a 18 anni diede alla luce il primo figlio; in realtà pare che abbia avuto sei figli, tre dei quali morirono in tenera età.
Grazie alle sue amicizie con uomini facoltosi ed esponenti di spicco dell'epoca, divenne famosa al punto di avere una breve liaison con il re di Francia Enrico III di Valois. Egli infatti, nel 1574, facendo tappa a Venezia, volle passare una notte con lei, forse consigliato dal patrizio Andrea Tron, uno dei protettori di Veronica. L’episodio la elevò agli occhi dei suoi concittadini, e non solo. A ricordo dell’incontro, Veronica donò al re la miniatura di un proprio ritratto e due sonetti, accompagnati da una lettera rispettosa e cortese.

A partire dal 1570 circa, cosa rara per una donna, entrò a far parte de circolo di Cà Venier, uno dei circoli letterari più famosi della città, animato da Domenico Venier e frequentato da alcuni dei più illustri letterati veneziani del tempo, partecipando a discussioni, facendo donazioni e curando le antologie di poesia. Tra i nomi illustri del circolo vi erano: Giorgio Grandenigo, Celio Magno, Bernardo Tasso, Sperone Speroni. Tra il Venier e la Franco vi fu una fitta corrispondenza; l'epistolario fu pubblicato nel 1580 e ripubblicato dal Croce.
Veronica Franco scrisse due volumi di poesia: Terze rime nel 1575 e Lettere familiari a diversi nel 1580.

Nel 1575, durante l'epidemia di peste che sconvolse la città, Veronica Franco fu costretta a lasciare Venezia e in seguito al saccheggio della sua casa e dei suoi possedimenti perse gran parte delle sue ricchezze.
Al suo ritorno, nel 1577, si difese brillantemente durante il processo dell' Inquisizione che la vedeva accusata di stregoneria (un'accusa comune per le cortigiane). Le accuse caddero. Secondo le deposizioni, i suoi legami con la nobiltà veneziana contribuirono all'assoluzione. Fondò un'istituzione caritatevole a favore delle cortigiane e dei loro figli. Morì di una misteriosa febbre a 45 anni nel 1591.

 

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