Basilica del Santissimo Redentore
09/07/2018Con l'avvicinarsi di una delle feste popolari più sentite di Venezia, vi proponiamo un focus sulla storia e le opere della Basilica del Santissimo Redentore.
La chiesa è il risultato di un voto fatto dal Senato della Repubblica nel settembre del 1576 in seguito a una terribile epidemia di peste che aveva colpito la città l'anno precedente (1575) e che provocò 50.000 morti. Dopo neanche tre mesi dalla posa della prima pietra sulla fondamenta che costeggia il canale della Giudecca, la peste scomparve. Il doge, i magistrati, i nobili, gli ecclesiastici e il popolo decisero di ringraziare pubblicamente il Signore con una processione.
L'opera fu commissionata ad Andrea Palladio, “Proto” (= architetto capo) della Serenissima, ma fu portata a termine da Antonio da Ponte in seguito alla morte del celebre architetto. Il progetto ebbe delle restrizioni; la chiesa era destinata ai padri cappuccini, i quali scelsero la planimetria, che doveva essere conforme a quella del modello dei Francescani, e i materiali utilizzati. In particolare quest'ultimi dovevano sposarsi con una regola del loro ordine, quella di povertà. Di conseguenza vennero preferiti mattoni e cotto ai classici marmi e materiali pregiati normalmente utilizzati nella realizzazione delle chiese.
La facciata è di tipico impianto palladiano mentre l'interno è intonacato di bianco e la sua semplicità rievoca l'immagine del tempio classico.
La pianta è impropriamente definita a croce latina. In realtà essa deriva dall'armonica composizione di quattro spazi diversi: la navata rettangolare, le cappelle laterali, la cella tricora composta dalle due absidi e dal filtro di colonne curve, il coro. Palladio, per ottenere questo risultato, studiò le planimetrie delle antiche strutture termali, in particolare quelle di Agrippa.
Nella Basilica, la luce ricopre un ruolo fondamentale perché è capace di valorizzare le decorazioni.
L'edificio sacro e la sagrestia ospitano opere di numerosi artisti importanti tra cui:
● Il Battesimo di Gesù commissionata dai Provveditori della Fabbrica a Paolo Veronese che accettò e iniziò il lavoro nel 1580, ma fu terminato dai suoi figli Carlo e Gabriele in seguito all'improvvisa morte del pittore
● La flagellazione di Cristo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto
● La nascita di Cristo, La resurrezione di Cristo entrambe a cura di Francesco Da Ponte detto Bassano il Giovane
● Il voto di Venezia per la liberazione della peste, opera eseguita dal frate cappuccino Paolo Piazza
● Madonna col Bambino tra San Giovannino e i Santi Gerolamo, Anna, Francesco e Caterina d'Alessandria e il Trasporto di Cristo al sepolcro di Jacopo Negretti detto Palma il Giovane