Una calle, una storia: il "Bancogiro" ebbe eco in tutta Europa. Ma cos'era?

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Il sotoportego del banco giro
 

Una calle, una storia: il "Bancogiro" ebbe eco in tutta Europa. Ma cos'era?

15/08/2018

Il lungo porticato detto “Bancogiro”, che affaccia su campo San Giacometo, vicino al ponte di Rialto era, ai tempi della Serenissima, la Banca circolante di Credito, dove i mercanti solevano incontrarsi per le loro contrattazioni. Nel corso del XVI secolo, numerosi banchi di prestito privati fallirono, quindi il governo della Serenissima decise di liquidare i rimanenti per evitare che la credibilità di Venezia, come piazza finanziaria internazionale, venisse compromessa. Intanto, a partire dal 1524, a Rialto, veniva messo alla prova un banco di prestito con capitali interamente pubblici.

Si anticiparono i tempi

L'istituzione del “Banco di Scritta” o “del Giro”, risale al 1619 e tale nome derivava dal  particolare metodo organizzativo adottato; infatti, la funzione principale del Banco Giro, non era prestare denaro, ma piuttosto provvedere a pagare somme cospicue per conto dei propri clienti, soprattutto ricchi commercianti, per i quali era pericoloso fare acquisti al mercato portando con sé grossi quantitativi di denaro e monete che dovevano, tra l'altro, essere contate sul posto ad ogni transazione.

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Un servizio per "facoltosi"

Per gli uomini d’affari era dunque più conveniente aprire un conto in uno dei Banchi che ogni giorno lavoravano al mercato di Rialto, ed effettuare i pagamenti semplicemente presentandosi al banchiere e delegandolo al trasferimento dell'importo richiesto. Il banchiere appuntava la somma da pagare nei propri registri ed effettuava la transazione. Si pagava così con la cosiddetta “moneta di banco” (ad esempio 10 ducati di banco corrispondevano a 12 ducati correnti) applicando un veloce e sicuro “giro di partita”.

Bancomat ante litteram

La giurisdizione sul Banco Giro venne compresa tra le competenze del Senato, che ne assegnò la supervisione ad un senatore al quale veniva attribuito titolo di “Depositario”, abilitato a svolgere l'attività bancaria in regime di monopolio. Successivamente, il Banco Giro, pur restando soggetto al controllo del Depositario, venne subconcesso in gestione semiprivata. Il Banco Giro divenne, in breve tempo, il mezzo più semplice e sicuro per eseguire le operazioni di commercio; tutti potevano aprire un deposito di denaro, più o meno consistente, che veniva registrato a suo credito ed a debito del banco, senza alcun aggravio di spesa e con la possibilità di ritirare in qualunque momento tutta la somma depositata, o la parte necessaria.

Da tutta Europa per copiare Venezia

Attorno al Banco Giro si svolgeva una fiorente attività economica seguita dallo Stato, che tra l'altro aveva stabilito per legge che il denaro depositato non venisse mai posto sotto sequestro, né trattenuto da alcuna autorità giudiziaria della Repubblica. Il Bancogiro del mercato di Rialto era una vera e propria istituzione bancaria, che rimase in attività sino al 1811, così efficiente da spingere importanti funzionari europei a recarsi a Venezia per imparare da vicino come era organizzata.

 

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