Una festa per tutte le donne che frequentano il Centro Antiviolenza del Comune di Venezia, ma anche per tutti coloro che, da professionisti o semplici cittadini, gravitano attorno al Cav a supporto delle donne vittime di violenza. Questo il significato della “Festa in Atelier” che si è tenuta questa mattina nel laboratorio di Villa Franchin dedicato alla sartoria e alle attività manuali e culturali. Si tratta di uno spazio pensato per offrire alle donne un’occasione di relazione e convivialità attraverso il lavoro manuale, il “cucire” insieme incontri, racconti e momenti di benessere e serenità.
“Si tratta di un momento speciale – ha esordito la responsabile del Cav, Patrizia Marcuzzo – perché, oltre a sostenere le donne nel loro percorso di uscita dalla violenza, oggi vogliamo anche celebrare lo stare insieme e la ritrovata serenità, grazie all’aiuto delle nostre operatrici e dei tanti professionisti che collaborano con noi. L’atelier è nato tre anni fa, in sordina, come strumento di costruzione di relazioni e oggi festeggiamo il suo consolidamento con tanti nuovi laboratori, come quelli di lettura ad alta voce e di realizzazione spille”.
La festa in atelier è stata infatti anche l’occasione per presentare le nuove attività in programma, che hanno come filo conduttore le cinque parole che meglio rappresentano il Cav e ne formano l’identità: protezione, autonomia, sorellanza, cultura e comunità.
“L’atelier è un un luogo simbolico e fondamentale per il Cav – ha dichiarato a margine la presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano – dove le donne seguite possono trovare un momento di serenità e di convivialità, per riuscire ad alleggerire la loro situazione e trovare la forza per guardare con ottimismo al futuro, per se stesse e per i loro figli. La festa in atelier è stata anche l’occasione per rinnovare, ancora una volta, l’impegno contro la violenza sulle donne e tenere sempre accesi i riflettori su questa terribile piaga”.