“Madre terra, padre paesaggio”, nuovo appuntamento del ciclo “Il pianeta non può attendere”

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Paesaggio collinare con vitigno in primo piano e una casa su un rilievo sullo sfondo
 

“Madre terra, padre paesaggio”, nuovo appuntamento del ciclo “Il pianeta non può attendere”

19/02/2024

Mercoledì 21 febbraio alle ore 16 nuovo appuntamento con il ciclo di conferenze “Il pianeta non può attendere”. Organizzata dall’Università del Tempo libero di Mestre e inserita nel palinsesto de “Le Città in Festa, l’iniziativa vuole costituire uno spunto di riflessione sui problemi posti dai cambiamenti climatici e porre l’accento sulla gravità della situazione, che rischia di diventare irreversibile se non si adottano delle misure adeguate. Il problema viene affrontato da più punti di vista, dall’analisi di aspetti tecnici e scientifici agli aspetti di sostenibilità rilevati dalla geopolitica e dall’economia, alle riflessioni della filosofia sugli scenari futuri possibili.

Questa settimana al Centro Culturale Candiani Endri Orlandin parla di “Madre terra, padre paesaggio”. Nell’ Enciclica Laudato Sì, Papa Francesco fa riferimento a San Francesco d’Assisi che ricorda che la nostra casa comune è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. Con un parallelismo, forse estremo, possiamo affermare che il paesaggio è come un padre affettuoso. 

Il paesaggio è inclusivo, accogliente, ospitale, è parte integrante del nostro essere, è un costrutto culturale, sociale, identitario che ci determina come comunità e come individui. Eppure il paesaggio sempre più frequentemente è vittima di aggressioni spesso ingiustificate e sempre più spesso ci si orienta al consumo di risorse limitate, adducendo spesso giustificazioni inverosimili: un’improbabile autosufficienza energetica, ipotetiche “politiche verdi”, una non eludibile esigenza di mobilità di persone e merci. Tale approccio sta progressivamente alterando in maniera irreversibile il nostro Paese mettendo sempre più a repentaglio il paesaggio, risorsa esauribile e non riproducibile: ogniqualvolta perdiamo un paesaggio, perdiamo con esso una parte di noi e della nostra esistenza. Dobbiamo quindi cercare di difenderlo e tutte le comunità devono essere consapevoli che dobbiamo prenderci cura del nostro “padre prediletto” più di quanto abbiamo fatto finora, rinunciando a mire predatorie e vessatorie nei suoi confronti.

L’ingresso è gratuito.

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