Il legame tra l’eccellenza della manifattura italiana, il cosiddetto Made in Italy, e il lavoro dei “maestri d’arte”, il ruolo imprescindibile del saper fare artigiano nell’eccellenza produttiva della nostra impresa, la virtuosa traduzione in business dell’identità più profonda e delle tradizioni del nostro paese. Questo, in sintesi, il contenuto dello studio condotto da Banca Ifis nel corso del 2023 e presentato oggi al Museo Fortuny alla presenza di diversi rappresentanti istituzionali, esponenti del mondo delle imprese e dell’associazionismo. Per l’Amministrazione comunale, ha partecipato l’assessore al Turismo, Simone Venturini.
Un momento dedicato alla presentazione dei risultati del report, che restituisce l’impatto economico e sociale del “comparto bellezza” sull’economia nazionale, ma soprattutto un’importante occasione di confronto sul lavoro fatto ma anche sulle prospettive future e sulle sfide di domani del tessuto produttivo italiano. L’evento è iniziato con i saluti istituzionali, tra gli altri, dell’assessore comunale, Simone Venturini, della dirigente Area Attività Museali Fondazione Musei Civici di Venezia, Chiara Squarcina, e del presidente della Camera Nazionale Della Moda, Carlo Capasa.
“Da parte del Comune di Venezia va un ringraziamento a Banca Ifis per essere riuscita a sottolineare l’importanza del comparto della bellezza nell’economia italiana con una ricerca che presenta sia un lato tecnico sia un lato umano. Lo studio, infatti, non si limita a riportare i numeri del comparto bellezza italiano, ma ascolta e raccoglie le testimonianze dei protagonisti di questo sistema, imprenditori, artigiani, artisti, professori – ha dichiarato Venturini - L’evento di oggi si sposa idealmente con l’inaugurazione avvenuta questa mattina della prima edizione del Salone dell’Alto Artigianato, una novità per Venezia che così mostra anche la sua capacità di guardare al futuro, e non solo al passato”. L’assessore ha poi ricordato le sfide che colpiscono le imprese artigiane e manifatturiere al giorno d’oggi: “Il principale nemico dell’economia della bellezza nel nostro Paese è il ricambio generazionale: le aziende del nostro territorio hanno difficoltà a trovare manodopera qualificata perché purtroppo al lavoro artigiano non viene ancora riconosciuto il valore che merita”.
Ai saluti è seguita la presentazione vera e propria del contenuto dello studio, nell’ambito del quale è stato messo in evidenza come nel PIL italiano ci sia sempre più “bellezza”, intendendo che il valore dell’economia della bellezza è notevolmente cresciuto rispetto agli anni precedenti, anche pre-pandemici, arrivando a rappresentare oltre il 26% del PIL, pari a circa 500 miliardi di euro. Lo sviluppo è stato intenso in tutti i settori della bellezza: nel turismo culturale e paesaggistico così come per le imprese design-driven, cioè quelle guidate da una forte componente di design, e per quelle purpose-driven, ovvero mosse da uno scopo sociale.
Infine, i due panel di discussione tra Gian Maria Tosatti e Giovanni Bonotto e tra Giulio Cappellini e Silvia Grassi Damiani, alcuni dei protagonisti dell’economia della bellezza intervistati per la ricerca.
La giornata si è conclusa con l’inaugurazione del "Parco della Scultura Contemporanea" e il taglio del nastro a Villa Fürstenberg a Mestre, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro e dell’assessore Simone Venturini.