Dopo circa 250 giorni senza opera – da ottobre 2020 a giugno 2021 – la programmazione lirica della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia riparte con un caposaldo del teatro lirico francese, Faust di Charles Gounod, che andrà in scena in un inedito allestimento con la regia, le scene e i costumi di Joan Anton Rechi, sotto la direzione musicale di Frédéric Chaslin, alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice, e con un cast composto per i ruoli principali dal tenore Ivan Ayon Rivas, dal soprano Carmela Remigio e dal basso Alex Esposito. Le cinque recite di Faust al Teatro La Fenice, a distanza di ventotto anni dall’ultima messinscena veneziana di questo titolo operistico, avranno luogo nei giorni 25, 27 e 29 giugno, 1 e 3 luglio; inizio degli spettacoli alle ore 18.
Quello del Faust sarà l’ultimo allestimento feniceo con la platea occupata da cast e coro e non dal pubblico. Questo assetto, che in qualche modo rievoca l’architettura teatrale del Globe Theatre di Londra perché la scena occupa lo spazio del palcoscenico e della platea mentre il pubblico è disposto tutt’intorno nei palchetti, in galleria e in loggione, lo si potrà vedere per l’ultima volta proprio per questo Faust perché successivamente la Fenice ritornerà al suo più tradizionale set all’italiana, con il pubblico che potrà tornare a sedersi anche in platea. Questa particolare messinscena dell’opera di Gounod – che mancava in Fenice dal 1993 – avrà poco a che fare, insomma, con il Faust che sarà proposto nel 2022, con lo stesso Rechi a firmarne la regia ma con un’idea registica, una drammaturgia e un impianto scenico completamente ripensati.
Charles Gounod (1818-1893) cominciò a lavorare all’opera basata sul Faust di Johann Wolfgang von Goethe quando ricevette la commissione di Léon Carvalho, direttore del Théâtre Lyrique di Parigi. Il compositore francese vi lavorò di concerto con il librettista Jules Barbier, valorizzando gli spunti operistici già presenti nel capolavoro di Goethe, apportando tagli strutturali nelle scene originarie e intervenendo nella caratterizzazione di Faust, che nella trasposizione lirica agisce quasi esclusivamente mosso dal desiderio d’amore per Marguerite. Ben presto fu coinvolto anche il drammaturgo Michel Carré che volle introdurre il ruolo en travesti di Siébel, assente nel modello goethiano, perché potesse rappresentare un contraltare etico ed emotivo di Faust. Il risultato finale dell’adattamento librettistico fu lo spostamento del peso drammatico dal personaggio di Faust a quello femminile di Marguerite, vera eroina del nuovo intreccio. Sappiamo poi che Gounod sacrificò consistenti parti dell’opera, la cui durata originaria avrebbe dovuto superare le sei ore.
L’opera debuttò il 19 marzo 1859 con dialoghi parlati: l’accoglienza del pubblico, poco avvezzo alle arditezze armoniche e timbriche di Gounod, fu tiepida; dopo diverse riprese nei teatri francesi e europei – e varie revisioni della partitura – fu finalmente applaudito all’Opéra di Parigi il 3 marzo 1869, dove fu presentato in una nuova versione che comprendeva l’aggiunta del balletto e dei couplets della serenata di Mefistofele nel quarto atto. La ricezione del Faust registrò un aumento vertiginoso dei consensi diventando una presenza costante nei cartelloni teatrali di Parigi e di tutto il mondo.
Joan Anton Rechi anticipa alcuni elementi della sua lettura registica: «Questo è un momento difficile per tutti, però allo stesso tempo ha avuto sul nostro lavoro un risvolto positivo: ci ha consentito di poter usare tutto il teatro come spazio scenico di questo Faust. Abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci agli spettatori e di realizzare alcune delle scene molto vicino a loro. Tutta la storia è ambientata in una specie di cattedrale gotica gigantesca, che corrisponde allo stesso teatro. L’opera di Gounod ha debuttato nel 1856, l’anno in cui inizia la guerra contro l’invasione austriaca in Italia. E uno dei film più famosi di Luchino Visconti, Senso, ambienta le scene iniziali proprio all’interno della Fenice. Ci è sembrato fantastico che il debutto di Faust e quel film avessero una relazione, e proprio quel periodo ci è parso un momento storico ideale per l’ambientazione del nostro spettacolo».
«Gounod è riuscito, per così dire, a scrivere una collezione di hit, un po’ come Verdi ha fatto con La traviata – commenta Frédéric Chaslin, direttore di questa nuova produzione di Faust – Entrambe sono tra le prime dieci opere eseguite al mondo. Il punto comune tra queste composizioni è una serie di melodie che sono rimaste nelle orecchie, che sono diventate davvero popolari. Il fascino di questo grand opéra sta nel fatto che c’è un balletto, che il coro ha un ruolo molto importante. E anche le dimensioni musicali sono molto imponenti. Credo siano questi gli elementi fondamentali del successo di Faust attraverso i secoli».
Nel cast del nuovo allestimento di Faust figurano Ivan Ayon Rivas nel ruolo eponimo, Alex Esposito in quello di Méphistophélès e Carmela Remigio in quello di Marguerite. Armando Noguera sarà Valentin; William Corrò, Wagner; Paola Gardina, Siébel; Julie Mellor, Marthe. In scena danzeranno i due ballerini Giulia Mostacchi e Gianluca D’Aniello. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Light designer Fabio Barettin.
I biglietti per l’opera sono in vendita e prevedono prezzi agevolati per gli abbonati alla Stagione 2019-2020, nei punti vendita Vela Venezia Unica di Teatro La Fenice, Tronchetto, Ferrovia, Piazza San Marco, Rialto linea 2, Accademia, Mestre. Per informazioni www.teatrolafenice.it