Corte del Calderer
14/04/2021La Corte del Caldarer a San Polo, vicino alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, ha nel mezzo una vera da pozzo in marmo rosso di Verona e la pavimentazione con mattoni a spina di pesce, mentre da un lato, dietro un portone, si intravvede il giardino privato di palazzetto Bru Zane.
Un'altra Corte del Calderer è invece vicino alla Scuola Grande dei Carmini, nel sestiere di Dorsoduro, per la quale nel 2017 alcuni residenti hanno richiesto e ottenuto, con rinnovo annuale del permesso, la chiusura con un cancello.
Caldereri erano gli artigiani che fabbricavano le "caldiere" per la polenta, i bracieri per riscaldare le stanze, ma anche gli operai che fondevano le campane e creavano recipienti di bronzo e rame. Dopo l'utilizzo della polvere da sparo in Occidente, ovvero tra il XIII e XIV secolo, i membri dell'Arte iniziarono a realizzare anche le canne per gli archibugi e perfino i cannoni.
I Caldereri erano un colonnello dell'Arte dei Favri (fabbri) e comprendevano nella loro Corporazione, a partire dal dal 1577, quella minore dei "Lavezzeri" o "Conzalavezzi". Questi ultimi rappezzavano gli arnesi di rame e riparavano le stoviglie con il filo di ferro.
L'Arte dei Caldereri subì la concorrenza degli Strazzaroli, che erano soliti acquistare dal popolo gli utensili e i contenitori di metallo rotti o consumati, li aggiustavano e li rendevano perfettamente utilizzabili vendendoli a prezzi molto bassi. Si sviluppò in questo modo un commercio non legale che mise in difficoltà il lavoro dei Caldereri.
La sede della Scuola dei Caldereri era in campo San Moisè; la mariegola originale è conservata nella biblioteca del Museo Correr mentre l'insegna, ad olio su tavola, che risale al 1526, è conservata all'interno dello stesso museo.