L'assessore comunale all'Ambiente, Massimiliano De Martin, ha preso parte oggi al convegno dedicato al tema “Innovazione e porti nell'ambito dell'economia blu: prospettive future e scenari possibili” e organizzato a Palazzo Zorzi dall'Ufficio Regionale Unesco per la Scienza e la Cultura in Europa, in collaborazione con la Commissione oceanografica intergovernativa dell'Unesco, nel contesto delle iniziative promosse dal Comune di Venezia per celebrare i 100 anni di Porto Marghera.
Un convegno – come ha spiegato nel suo intervento introduttivo il direttore dell'Ufficio Regionale, Ana Luiza Massot Thompson-Flores – pensato principalmente per i giovani e incentrato sui possibili sviluppi, in chiave sostenibile, dei settori produttivi legati al mare, partendo dall'esempio di Porto Marghera. Nell'evidenziare l'enorme potenziale di innovazione e crescita dell'economia blu, Thomson Flores ha infatti dichiarato che è cruciale promuovere momenti di confronto come questo convegno, per mettere attorno ad uno stesso tavolo istituzioni, università, rappresentanti delle attività produttive e cittadini a lavorare insieme per costruire un futuro sostenibile e prospero, trovando il modo di coniugare crescita e tutela dell'ambiente.
L'esperienza specifica di Porto Marghera, è stata affrontata nel corso della conferenza non solo in termini storici, ma anche a livello di potenzialità presenti e future, inserendola nel contesto più ampio dello sviluppo sostenibile dell'attività portuale a livello globale.
E' stato l'assessore De Martin ad aprire la discussione, dopo aver portato i saluti del sindaco Luigi Brugnaro, tracciando un breve excursus sulla portualità a Venezia: “Quando nasce – ha dichiarato – la città ha già un porto: la sua dislocazione si è spostata nel corso dei secoli, in base a come è cresciuta Venezia, ma il porto ha continuato sempre a far parte della sua economia, arrivando poi, nel '900, a coinvolgere anche la terraferma, con lo sviluppo di Porto Marghera. Questo, in particolare, non è mai stato uno sviluppo puramente locale, ma di caratura nazionale, tanto è vero che è diventata l'area industriale più grande d'Italia e tra le maggiori in Europa. E anche oggi – ha detto De Martin - il suo rilancio dovrebbe tornare ad essere di interesse nazionale, mentre l'Amministrazione locale può fare da volano, da facilitatore in tal senso. Sicuramente la dimensione attuale è diversa e non paragonabile a quella degli anni '60 del '900, ma il nostro obiettivo dev'essere la produzione sostenibile e la ridistribuzione sul territorio della ricchezza creata”.
“Questa Amministrazione – ha specificato ancora De Martin, citando gli esempi dello sviluppo dell'aeroporto e della moderna Via della Seta – cerca partnership importanti che capiscano cos'è Venezia oggi e dove può puntare la sua economia, nel rispetto delle regole della comunità locale e punta su progetti di rilancio sostenibili dal punto di vista finanziario”.
L'assessore ha poi ricordato i risultati della politica ambientale del Comune di Venezia, citando il fatto che la città ha centrato gli obiettivi del Protocollo di Kyoto con 4 anni di anticipo rispetto al 2020, sottolineando che la Giunta ha elaborato un nuovo Piano delle acque, che include sia il rischio idraulico che la qualità delle acque rimesse in circolo (documento che sta al momento seguendo il suo iter e che dovrà essere votato dal Consiglio comunale), e parlando anche della delibera passata in Giunta lo scorso giugno sull'assimilazione dei rifiuti speciali dell'attività di pesca a quelli domestici. “La politica ambientale deve avere continuità – ha aggiunto, a commento di tali esempi – perché bisogna restituire alla natura quello che l'uomo le ha tolto. L'acqua è un elemento essenziale del nostro ecosistema lagunare e noi dobbiamo tutelarla in ogni modo”.
De Martin ha infine dato la notizia che l'Amministrazione comunale intende aprire un Museo dell'Industria proprio a Porto Marghera: “Per raccontare la storia della crescita del territorio e delle sue imprese; vogliamo parlare degli operai, degli imprenditori e delle parti sociali, e, ancora, vogliamo raccontare della ricerca e dei brevetti, per interrogarci su quali possono essere gli scenari futuri di quest'area”.