L’appuntamento è già stato fissato: l’ultimo week-end di maggio al parco Piraghetto di Mestre, col “May-Day”. A lanciare l’invito, rivolto a tutti i cittadini, ma in particolare ai loro coetanei, sono i ragazzi delle classi 3 C e 3 E del liceo scientifico “Bruno” che partecipano al progetto nazionale “Get Up”. promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Miur ed il sostegno del Comune di Venezia.

    L’iniziativa è stata presentata in anteprima, questa mattina, dagli studenti, all’assessore comunale alle Politiche Educative, Laura Besio.

    Il progetto “Get Up” (acronimo per Giovani Esperienze Trasformative di Utilità sociale e Partecipazione) intende sviluppare la partecipazione attiva dei ragazzi nella vita sociale, con proposte che partano direttamente da essi. A loro è lasciata piena autonomia decisionale sul tipo e le modalità attuative dei progetti, con la possibilità di affrontare problemi e proporre delle soluzioni anche attraverso, come è accaduto oggi, il dialogo diretto con le istituzioni.

    Obiettivo dell’iniziativa, hanno spiegato gli studenti, è quello di contribuire alla riqualificazione sociale di una zona di Mestre che vive un momento particolarmente difficile: ci sono già varie associazioni che lavorano in questo senso, ma formate da adulti, e non dai giovani. Da qui la proposta di “ May-Day”: una giornata da vivere al parco Piraghetto all’insegna dei tornei sportivi (basket, volley, scacchi), della musica, del teatro, del cibo, della convivialità. Il tutto con protagonisti i ragazzi, per lanciare il messaggio che “cambiare si può”.

    “E’ un progetto – ha osservato l’assessore Besio – davvero interessante, ed è bello che venga condiviso anche con associazioni che operano già in questa zona di Mestre come Viva Piraghetto e il Gruppo di lavoro di via Piave. Il Comune, farà ovviamente anch’esso la sua parte, per rendere questa giornata non solo possibile, ma anche gioiosa e partecipata.

    E’ un’occasione per far crescere nei ragazzi la consapevolezza di essere anch’essi, se lo vogliono, già ora, cittadini ‘attivi’, che possono migliorare l’ambiente dove sono nati e vivono.”