‘Carcere e/è città’: alla Casa di Reclusione femminile della Giudecca la festa per l’8 marzo

Condividi
Damiano, direttrice, Besio
 

‘Carcere e/è città’: alla Casa di Reclusione femminile della Giudecca la festa per l’8 marzo

08/03/2023

Un pomeriggio di festa con musica, balli, canzoni, storie raccontate; una giornata per ridere, scherzare e recuperare un po’ di leggerezza. Anche nel carcere femminile di Venezia si è festeggiato oggi l’8 marzo, Giornata internazionale della Donna.

Dopo tre anni di sospensione a causa della pandemia si è potuta riprendere una tradizione promossa dall’associazione di volontariato penitenziario 'Il Granello di Senape’, in collaborazione con l’associazione 'Fondamenta delle Convertite', le cooperative sociali ‘Il Cerchio’ e ‘Rio Terà dei Pensieri’. Alla manifestazione, a cui è stato dato il titolo ‘Carcere e/è città’, proprio a voler sottolineare come anche la Casa circondariale sia una realtà cittadina, hanno preso parte la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, l’assessore alle Politiche educative, Laura Besio, il presidente della Municipalità di Venezia, Murano, Burano, Marco Borghi. Presenti anche numerosi rappresentanti del mondo associativo che nell’arco di tutto l’anno collaborano con il carcere femminile per la promozione di iniziative di sostegno, di confronto, di cultura e di lavoro a favore delle 80 detenute e dei loro bambini.

 A dare il benvenuto agli ospiti, accolti nel salone delle feste della Casa circondariale della Giudecca, è stata la direttrice Immacolata Mannarella che ha ricordato l’importanza di imparare a diventare persone libere, di chiedere aiuto, di saper dire dei ‘no’, di riuscire a trasmettere questo senso di indipendenza alle nuove generazioni. Nel sottolineare come il luogo del carcere aiuti le donne a riscattarsi attraverso il lavoro, la scrittura creativa, la lettura, la possibilità di riflettere, la direttrice ha evidenziato: “La vita è una lotta per tutti quanti, per chi sta dentro e chi sta fuori. Impariamo ad essere libere”.

Sulla parola chiave ‘libertà’ si è soffermata anche la presidente Damiano che nel suo saluto ha sottolineato come ci sia sempre la possibilità di riscatto. “Tra tutte le iniziative che compongono il calendario del Marzo Donna – ha aggiunto – questa in carcere è la più significativa. Siete parte integrante della comunità veneziana e la presenza delle istituzioni a questa giornata vuole esserne una dimostrazione”.

Il pomeriggio festoso è stato allietato dall’attrice Eleonora Fuser, che ha raccontato due fiabe, e dal bluesman veneziano Mattia Balboni, che ha proposto un ricco repertorio di canzoni. È quindi seguito un rinfresco preparato dai volontari con varie pietanze golose e la consegna di fiori e piccoli doni.

“Dopo lo stop a causa della pandemia – ha affermato la presidente dell’associazione 'Il Granello di Senape' Maria Voltolina – è una gioia tornare a festeggiare in carcere l’8 marzo. Una data importante per tutte le donne, per le ristrette in particolare, e per tutti coloro che in città si occupano di favorire il recupero e il reinserimento sociale delle detenute a testimonianza di come le associazioni di volontariato siano vive e presenti, così come la città che ha risposto all’invito”.

Unisciti al canale Telegram del Comune di Venezia

Top