Il saluto degli assessori comunali Besio e Venturini al “Dies Academicus” dello Iusve

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un momento dell'evento
 

Il saluto degli assessori comunali Besio e Venturini al “Dies Academicus” dello Iusve

24/02/2023

    Più di 2.700 studenti, 300 docenti, disseminati tra le sedi di Mestre e di Verona, tre indirizzi di studio (Comunicazione ed Educazione, Psicologia e Pedagogia) innumerevoli corsi di laurea e una decina di “Post-laurea”, molteplici attività didattiche: lo Iusve, l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia, è una realtà sempre più radicata nel nostro territorio, e di cui la nostra comunità va molto fiera.

    Lo hanno ribadito questo pomeriggio gli assessori comunali alle Politiche educative, Laura Besio, e alla Coesione sociale, Simone Venturini, che hanno portato il saluto ufficiale della Città, insieme agli auguri di un proficuo lavoro, al “Dies Academicus” dell'Ateneo.

    “Ho avuto il piacere ed il privilegio – ha ricordato Venturini – di seguire da vicino la nascita e la progressiva crescita di questa realtà. Mi piace pensare a questo luogo come a 'una casa che accoglie e che si apre alla comunità' e a una 'scuola che avvia alla vita'. E spero di poter incontrare molti degli studenti che vedo presenti oggi, tra qualche anno, in ruoli importanti nel mondo professionale, a servizio degli altri.”

    “Questo – ha osservato l'assessore Besio – è un momento di gioia, ed è per me molto bello poterlo condividere con voi, che siete motivo di speranza, per poter costruire qualcosa di importante per il nostro futuro. Un percorso che politica, istituzioni, mondo professionale e scuola devono però compiere assieme, per diventare una vera e propria 'comunità educante'.”

    Dopo i saluti, tra gli altri, del direttore Iusve, don Nicola Giacopini, del direttore dell'Opera salesiana di Mestre, don Silvio Zanchetta, del decano della Facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, prof. don Antonio Dellagiulia, è toccato al filosofo Sergio Givone, docente dell'Università degli Studi di Firenze, tenere la prolusione, che ha avuto per tema “La domanda di senso e l'ambiguità del vivere”.

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