Forum del Corpo consolare di Venezia: oggi un incontro su “L’Europa, la guerra ed il costo della libertà”

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Gavagnin al convegno
 

Forum del Corpo consolare di Venezia: oggi un incontro su “L’Europa, la guerra ed il costo della libertà”

13/02/2023

Questo pomeriggio alle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco il consigliere delegato alla Sicurezza urbana partecipata, Enrico Gavagnin, ha portato i saluti della Città al Forum “L’Europa, la guerra ed il costo della libertà” organizzato dal Corpo consolare di Venezia e del Veneto in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia (Dipartimento di Filosofia e Beni culturali, Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati), The Home of the Human Safety Net e l’Ufficio Europe Direct del Comune di Venezia.

L’incontro annuale, dedicato in particolare agli studenti e aperto alla cittadinanza, è stato moderato dalla professoressa Stéphanie Novak di Ca’ Foscari e ha visto l’intervento di Vittorio Emanuele Parsi, ordinario di Realzioni internazionale dell’Università Cattolica di Milano ed editorialista de “Il Messaggero”.

Dopo quasi ottant’anni – hanno spiegato gli organizzatori – la guerra è ricomparsa sul vecchio continente. L’aggressione che Vladimir Putin ha scatenato contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022 ha rotto decenni di pace e ha fatto sì che l’Europa tornasse a essere ciò che per secoli era sempre stata fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale, ovvero ‘il posto della guerra’.

Durante il forum ci si è interrogati sul come sia potuto accadere: “La risposta a questa domanda – è stato detto – passa per la consapevolezza che la possibilità di escludere la guerra come prospettiva deriva proprio dalla credibilità e dalla sopravvivenza di quell’ordine liberale che la guerra di Putin ha messo sotto attacco: l’invasione russa dell’Ucraina non è infatti solo una dichiarazione di ostilità mortale nei confronti di quel paese, ma è anche un’esplicita aggressione all’Occidente democratico e ai principi e alle regole su cui si fonda. Ripensare la guerra e il suo posto nella cultura politica europea contemporanea, dopo l’Ucraina, è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti a un disegno spezzato senza nessuna strategia per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali”.

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