56. Festa della Madonna del Don
05/10/2022Si è celebrata oggi, domenica 9 ottobre, a Mestre, la 56. Festa della Madonna del Don. La vicenda di questa preziosa icona russa nasce con la ritirata degli alpini in Russia durante la Seconda Guerra mondiale. L’opera fu recuperata tra le macerie di un’abitazione di Belegorije, in Russia. Fu portata in Italia da un alpino in licenza, al quale era stata affidata da un frate cappuccino, il cappellano militare Narciso Crosara, che faceva parte di un reparto di alpini impegnato sul fronte russo. Una volta in Italia, l’icona ha toccato più luoghi, fermandosi poi nella Chiesa dei Cappuccini di Mestre, dove oggi è venerata e custodita su un altare davanti al quale sono sempre accese delle lampade votive a olio. Col tempo, l’immagine sacra è diventata simbolo degli alpini e del loro sacrificio durante la campagna di Russia. È nata così la festa che, da oltre mezzo secolo, si tiene a Mestre e che, col tempo, ha acquisito altri significati oltre a quelli del ricordo dei caduti, come il richiamo al tema della pace e all'ecumenismo. La festa è organizzata dal gruppo di Mestre della sezione di Venezia dell’Associazione Nazionale Alpini (Ana) e rientra nel calendario de “Le Città in Festa”.
La prima parte della manifestazione - alla quale sono intervenuti, per il Comune di Venezia, gli assessori comunali Massimiliano De Martin, Renato Boraso e Elisabetta Pesce e alcuni consiglieri comunali e di Municipalità - si è svolta al Municipio di Mestre con la presentazione del direttivo delle sezioni Ana ospiti di Como e Udine per l’offerta dell’olio alla Sacra Icona. Il momento principale della festa è infatti la cerimonia dell’offerta dell’olio per le lampade sull’Altare della Madonna del Don, da parte delle sezioni Ana di Como e di Udine, che si è tenuta dopo la messa.
"La città vi accoglie sempre a braccia aperte - ha esordito l'assessore De Martin in Piazza Ferretto rivolgendosi agli alpini - e vi ringrazio a nome dell'Amministrazione comunale e di tutti i cittadini. Siamo qui oggi per ricordare non solo il passato, perchè purtroppo, oggi come ieri, stiamo vivendo un momento molto duro, in cui dobbiamo nuovamente difenedere la libertà e la democrazia. La canzone Monte Pasubio dice ‘ma gli alpini non hanno paura’ e oggi dobbiamo difendere con forza tutto ciò che rappresentano questi labari, questi gonfaloni, questi vessilli, che ricordano uomini e donne che hanno speso la loro vita per la democrazia e la libertà. Tra un anno, quando ci sarà la nuova ricorrenza della Madonna del Don, mi auguro che lo scenario politico internazionale sia completamente diverso da quello che stiamo vivendo oggi e che finalmente prevalga il dialogo e l'incontro tra le persone".
Dopo l'alzabandiera in Piazza Ferretto si è tenuta la deposizione della corona d'alloro alle lapidi dei caduti offerta dai direttivi delle sezioni di Como e Udine, con picchetto dei volontari della Protezione Civile Ana, alla quale è seguita la Santa Messa nella chiesa dei Padri Cappuccini.
La galleria fotografica della 56. Festa della Madonna del Don.