Inaugurata a Ca' Foscari la mostra “Il gioiello della Via della Seta: arte buddhista di Dunhuang”

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Statua cinese
 

Inaugurata a Ca' Foscari la mostra “Il gioiello della Via della Seta: arte buddhista di Dunhuang”

21/02/2018

È iniziata con un dolcissimo canto cinese di buona fortuna, accompagnato da petali di rosa sparsi sui presenti, la suggestiva inaugurazione, questo pomeriggio negli spazi espositivi dell’Università Ca’ Foscari, della mostra “Il gioiello della Via della Seta: arte buddhista di Dunhuang”. A presentare il progetto sono stati il rettore di Ca' Foscari, Michele Bugliesi, la prorettrice Tiziana Lippiello, il direttore della Dunhuang Research Academy, Wang Xudong, il presidente della Dunhuang Culture Promotion Foundation, Wang Yin e l'assessore al Turismo, Paola Mar. È intervenuto inoltre il direttore della Prince’s School of Traditional Arts di Londra, Sir David Green.

Ricordando che l'iniziativa rientra nel calendario delle celebrazioni per i 150 anni di Ca' Foscari, il rettore Bugliesi ha sottolineato i legami che uniscono Dunhuang e Venezia: non solo infatti l'antico centro cinese fu raggiunto nel suo viaggio in Oriente dal veneziano Marco Polo, ma entrambe le città furono luoghi di incontro e di scambio di idee, credenze, usanze, valori.

L'esposizione – ha spiegato Lippiello - propone, attraverso la riproduzione delle grotte di Mogao, dei suoi dipinti parietali, delle sue sculture, una sorta di viaggio  nel complesso rupestre di Dunhuang, “faro scintillante” nel cuore dell’antica Via della Seta. Annessa all’impero cinese nel 111 a.C., la città, che si trova nella provincia occidentale cinese del Gansu, fra l’altopiano del Tibet, la Mongolia e il deserto del Gobi, divenne un importante avamposto militare e centro di deposito e scambio merci, meta di pellegrinaggio buddhista. Suddivisa in otto sezioni, la mostra racconta le credenze religiose che attraversarono le vie della seta, le storie di artisti, scultori ed artigiani che realizzarono le opere buddhiste, la vita di mecenati che ne promossero la costruzione, le musiche, gli strumenti musicali e le danze buddhiste della Cina e dell’Asia centrale, i costumi e i trucchi delle donne dell’epoca Cina imperiale dal IV al XIV.

“La mostra – ha dichiarato Mar – è uno splendido assaggio della straordinaria bellezza delle grotte di Mogao, che ho avuto la fortuna di visitare di persona. Il mix di culture che Venezia e Dunhuang rappresentano offrono la preziosa opportunità di gettare ponti, stabilire relazioni, e imparare a riconoscerci gli uni negli altri, una capacità fondamentale nel tempo in cui viviamo. La Cina non è, come potrebbe sembrare, un paese lontano, come ci ha ricordato recentemente l'inaugurazione dell'Anno del Turismo Europa-Cina. In questo senso credo che Venezia abbia molto da offrire dal punto di vista turistico, non solo perché è una città unica al mondo, ma perché è stata uno dei primi esempi di melting pot. Con l'aiuto dell'Università Ca' Foscari e della Fondazione Musei civici stiamo ragionando su degli itinerari dedicati, perché chi viene da lontano possa sentirsi a casa”.

L'esposizione, promossa dall'Università di Ca’ Foscari, Dunhuang Academy in collaborazione con la Dunhuang Culture Promotion Foundation, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Comune di Venezia, sarà aperta al pubblico, ad ingresso libero, da domani, giovedì 22 febbraio all’8 aprile, tutti i giorni dalle ore 10 alle 18; chiuso il martedì. Per prenotazioni e info opening.dunhuang@unive.it

Venezia, 21 febbraio 2018

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