L'assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini, ha preso parte questa mattina, all'Auditorium della Città Metropolitana, a Mestre, all'incontro dal titolo “Siria, una guerra silenziosa” promosso dal progetto "Con-Tatto" del Comune, in collaborazione con il liceo Stefanini di Mestre.
Sul dramma del conflitto siriano hanno parlato e si sono confrontati, davanti ai ragazzi delle scuole Stefanini, Zuccante e Foscarini, il giornalista del “La Stampa” Domenico Quirico, rapito in Siria (dove si trovava come inviato di guerra) dal 9 aprile all'8 settembre 2013, la giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan, e in qualità di moderatore, l'intellettuale iraniano, esperto di geopolitica internazionale, Reza Rashidy.
“In questi anni – ha osservato nel suo indirizzo di saluto Venturini – siamo letteralmente bombardati dalle notizie: sono però spesso lanci di agenzia di poche righe, che non vengono approfonditi. Il rapimento di Quirico, conclusosi per fortuna in modo positivo, ha se non altro avuto il merito di farci conoscere più da vicino il dramma che sta vivendo ormai da quasi un decennio il popolo siriano. Un dramma che non coinvolge solo un Paese, o il Medio-oriente, ma anche la nostra Europa. E mi sembra perciò molto opportuna la scelta dei responsabili del progetto 'Con-tatto', che mira in primis a crescere cittadini 'attivi', di parlarne oggi davanti a tanti ragazzi, perché è indispensabile guardare non solo a quello che accade vicino a noi, nella nostra città, ma anche nel resto del mondo.”
“Più che di guerra 'dimenticata – ha sottolineato nel suo intervento Quirico – parlerei piuttosto di un conflitto che l'opinione pubblica fa finta di non vedere, iniziato nel 2011, prima con delle manifestazioni di piazza contro il regime, poi con la rivoluzione, ora con una vera e propria 'guerra civile', che è costato già oltre 500.000 morti. E' un dramma di cui noi giornalisti abbiamo scritto molto, ma che evidentemente, non siamo riusciti a far entrare ancora purtroppo nella coscienza collettiva, lasciando di fatto solo un popolo di 22 milioni di persone.”