Poesia in città: domenica 11 marzo la performance Dove gli dei si parlano di e con Monika Bulaj

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poesia in città
 

Poesia in città: domenica 11 marzo la performance Dove gli dei si parlano di e con Monika Bulaj

09/03/2018

CENTRO CULTURALE CANDIANI

Domenica 11 MARZO

ore 19

Dove gli dei si parlano

di e con Monika Bulaj

Performing reportage

Fotografie racconti film musiche suoni

 

Domenica 11 marzo con la performance Dove gli dei si parlano di e con Monika Bulaj chiude la rassegna Poesia in Città organizzata dal Centro Culturale Candiani in collaborazione con il Dipartimento di Studi linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Attraverso un monologo fatto di immagini, suoni e musiche raccolte sul campo, Monika Bulaj ci accompagna nelle ultime oasi d'incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, dove si può assistere a rituali arcani come le feste dionisiache dei musulmani del Magreb, il pianto dei morti nei Balcani, i pellegrinaggi nel fango degli Urali. Luoghi dispersi tra Asia centrale e America Latina, tre le Russie e il Medio Oriente, dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appare l'uomo nella sua bellezza e nella sua sacralità inviolabile.

Spiega l’artista: “Mi piace il pensiero che ci siano luoghi dove il sacro rompe i confini. Luoghi, momenti, atmosfere in cui i Popoli del Libro rivelano la propria parentela e l’appartenenza a una stessa famiglia umana, con o senza Libro. Danze, sfioramento di corpi, carezze alle reliquie”. Passaggio della soglia tra sacro e profano, tra luce e ombra. E ancora: infinita ripetizione, prostrazione, sgranare di rosari. Si tratta di luoghi, suoni, gesti, atmosfere, abbigliamenti, luci, percorsi che talvolta inaspettatamente e dolorosamente disvelano una verità comune sulle cose.Un viaggio attraverso una mappa celeste che ignora i muri eretti dai predicatori del conflitto globale, dal cuore dell’Asia all’America Latina, dal Maghreb al Medio Oriente".

Il lavoro è cambiato negli anni, spiega la Bulaj: “All’inizio documentavo piccole e grandi religioni all’ombra di guerre antiche e recenti, e sulle loro ceneri. Poi, ad un certo punto, sono state le mie immagini a cercarmi, a parlare da sole, raccontando delle preghiere e dei sogni, dell’acqua e del fuoco, della memoria, del teatro della festa dei morti, della via dei canti.Ora quello che faccio è una cosa semplice, quasi infantile: raccolgo schegge di un grande specchio rotto, miliardi di schegge, frammenti incoerenti, pezzi, atomi, forse mattoni della torre di Babele. Forse questo può fare il fotografo, raccogliere tessere di un mosaico che non sarà mai completo, metterle nell’ordine che gli sembra giusto, o forse solo possibile, sognando quell’immagine intera del mondo che magari da qualche parte c’è, o forse c’era e s’è perduta, come la lingua di Adamo”.

 

Domenica 11 Marzo

ore 19

Dove gli dei si parlano

auditorium quarto piano

Ingresso: intero 5 euro – ridotto 3 euro

 

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