Teatro Toniolo: sabato 11 febbraio la Salon Orchester di Michal Ďuriš porta in scena "Wiener Melange"

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Facciata del Teatro Toniolo
 

Teatro Toniolo: sabato 11 febbraio la Salon Orchester di Michal Ďuriš porta in scena "Wiener Melange"

07/02/2017

TEATRO TONIOLO

IO SONO MUSICA

XXXI Stagione di musica sinfonica e da camera di Mestre

 

SALON ORCHERSTER di MICHAL ĎURIŠ

Wiener Melange

"Non dovete viaggiare fino a Vienna, saper ballare il walzer o aspettare Capodanno per ascoltare dal vivo le musiche tipiche dei Balli Viennesi! Ci siamo noi!"

Sabato 11 febbraio, ore 20.30

TEATRO TONIOLO, MESTRE - VENEZIA

Il concerto della XXXI Stagione di musica sinfonica e da camera di Mestre, proposto sabato 11 febbraio al Teatro Toniolo di Mestre alle ore 20.30, si intitola Wiener Melange, una selezione rappresentativa di musiche del repertorio dei caffè viennesi e, più in generale, della musica della Mittleuropa della seconda metà dell’Ottocento, un ricco “melange” di tradizioni musicali diverse ma tra loro mescolate ed interconnesse (austriaca, slava ed ungherese), con autori come Johann Strauss figlio, Franz Lehár, Vittorio Monti.

Il concerto è proposto dalla Salon Orchester di Michal Ďuriš, formazione composta da otto elementi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, che ha inaugurato l’attuale Stagione concertistica al Quirinale e si è recentemente esibita al festival MITO.

La Salon Orchester è formata da Michal Ďuriš, violino concertatore, Antonio Bassi e Paolo Giolo, violini, Agostino Mattioni, viola, Carlo Pezzati, violoncello, Antonello Labanca, contrabbasso, Salvatore Passalacqua, clarinetto, Marco Braito, tromba.

In programma: Alles tanzt Polka (Tutto è uno slancio di polka) di Mosheimer, Škoda lásky (Peccato dell’amore, meglio nota come Rosamunda) di Vejvoda, Vilja Lied (Canzione di Vilja), Lippen schweigen (Tacciono le labbra) e Piave Marsch di Lehár, Wien bleibt Wien (Vienna ognora se stessa) di Schrammel, Tritsch-Tratsch-Polka op. 214 (Polka del pettegolezzo), Wo die Zitronen blüh’n op. 364 (Dove fioriscono i limoni), Tik-Tak-Polka di Johann Strauss figlio, Pizzicato Polka di Johann e Josef Strauss, Jalousie “Tango Tzigane” (Tango della gelosia) di Gade, Csárdás (Ciarda) di Monti.

Scrive il fondatore, Michal Ďuriš: «Mi sono trasferito in Italia per colpa dell'amore, perché la donna della mia vita è italiana. Prima di conoscerla, il mio amore era la musica viennese, o musica "austro-ungarica"; ma questo termine non la caratterizza bene abbastanza. Il luogo di nascita di questo stile musicale, infatti, è il territorio geografico che abbraccia tre ceppi culturali ed è comunemente denominato "Mitteleuropa"; la tradizione austriaca, la cultura popolare slava e quella ungherese si influenzano a vicenda a tal punto da rendere difficile stabilire dove inizia l'una e dove finisce l'altra. La distanza che separa le polke boeme dalle "polke schnell" di Johann Strauss è davvero breve, come è breve la separazione tra il folklore slavo (caratterizzato dall'accompagnamento ritmico) e il folklore ungherese presente sulle operette di Lehár; la stessa cosa vale per i valzer e le melodie di Lehár o Kálman e della famiglia Strauss, quasi indistinguibili. Ho avuto la fortuna di ascoltare e suonare la musica popolare sin dalla mia gioventù. A sedici anni ho iniziato a suonare a Vienna con gli "Stehgeiger" slovacchi, austriaci e ungheresi e ho potuto ammirare il fascino del loro modo di suonare, la sensibilità nel fraseggio e nei cambi di tempo, lo stile spiccatamente raffinato ed elegante, restandone influenzato e ispirato. Trasferendomi in Italia per amore, ho dovuto abbandonare questo mondo; ma per fortuna, grazie alla Salon Orchester, che ho fondato con i miei amici dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, posso mantenere vivo l'amore che nutro per la musica delle mie origini senza incorrere nel peccato di adulterio».

SALON ORCHERSTER di MICHAL ĎURIŠ.

Fra i gruppi da camera nati all’interno dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai la Salon Orchester di Michal Ďuriš è un caso speciale, insolito e brillante come il violinista intorno a cui si è formata. Slovacco, entrato a far parte dell’Orchestra Rai da pochi anni, Ďuriš ha portato con sé l’entusiasmo per la musica popolare e da intrattenimento che ha imparato a suonare nelle feste o in strada, accanto agli Stehgeiger slovacchi, austriaci, ungheresi. Attraverso questa musica rivive, infatti, la memoria della Mitteleuropa, cioè di quel territorio dai confini molto flessibili che riuniva mentalità, gusti, stili e abitudini di vita di una parte ampia dell’Impero austro-ungarico. In quest’area i ceppi culturali austriaci, slavi e ungheresi si mescolavano e si trasformavano a vicenda. L’identità di ciascuna rimaneva, ma al tempo stesso veniva talmente sfumata da diventare un’atmosfera, un colore, un profumo. Porre questioni d’origine sulla cultura e la musica di quell’area è in molti casi vano: dov’è il confine tra l’accompagnamento ritmico del folklore slavo e l’incisività delle czardas ungheresi? Quanto sono distanti la polka boema e quella suonata in Austria nell’Ottocento? E i valzer, le melodie, i percorsi armonici: dove cominciano gli scambi fra una regione e l’altra, una tradizione e l’altra, e dov’è possibile tracciare il bordo che separa il campo della musica popolare da quello della musica “educata”, per non dire “colta”? Autori come gli Strauss, Franz Léhar o più tardi Emmerich Kálmán hanno nobilitato con il teatro una musica che era già arrivata nelle città provenendo dalle campagne e dai villaggi. Le loro composizioni, tuttavia, non hanno mai aspirato al rango che veniva attribuito alle opere più serie, eseguite in teatri più sfarzosi con allestimenti molto più impegnativi. Venivano chiamate operette e, come sempre è accaduto nel teatro comico, prendevano di mira la realtà di tutti i giorni con ironia, sarcasmo e brillantezza.

La loro musica, però, non aveva niente di riduttivo. Lo sapevano bene i grandi musicisti che venivano a trarne ispirazione, a partire da Johannes Brahms, amico personale e ammiratore di Johann Strauss Jr., così come lo hanno capito i più grandi direttori d’orchestra del Novecento. Il Concerto di Capodanno di Vienna ha diffuso in tutto il mondo l’affermazione del valzer per grande orchestra, ma da poco ha spinto anche i musicisti a risalire più indietro nel tempo, verso l’ambiente dei locali e delle feste che era appunto la fucina di questa musica.

La Salon Orchester di Michal Ďuriš, propone questo repertorio restituendogli quella sensibilità per

il fraseggio, quel gusto per i cambi di tempo e quell’innata forma di eleganza che lo caratterizza.

 

BIGLIETTI

Platea: intero € 25 - ridotto € 20

Galleria: intero € 20 - ridotto € 15

Orario biglietteria teatro Toniolo: 11,00-12,30 e 17.00-19,30 (chiuso il lunedì)

PREVENDITA ONLINE

www.vivaticket.it

INFO

www.teatrotoniolo.info

Argomenti: 

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