
Si chiama Urbs Scripta, ed è il primo festival nazionale dedicato ai graffiti storici, anche se per dimensioni, carattere e varietà di proposte costituisce una esperienza unica nel panorama europeo. Torna a Venezia con sei giornate – da mercoledì 14 a lunedì 19 maggio – interamente dedicate ai luoghi, ai significati, allo studio e alla scoperta dei graffiti storici veneziani, che coprono mille anni di storia, dall’XI secolo al secondo dopoguerra.
Questa mattina è stata presentata a Ca' Farsetti la terza edizione del Festival dei Graffiti, che gode del supporto del Comune di Venezia e della Regione del Veneto. A fare gli onori di casa è stata la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, assieme allo scrittore Alberto Toso Fei e alla storica e divulgatrice Desi Marangon, che hanno ideato il Festival dopo aver scritto il volume "I graffiti di Venezia" (Lineadacqua, 2022), col quale hanno mappato per la prima volta nella storia di Venezia oltre 6.000 graffiti in 5 anni di ricerca.
"Come Amministrazione supportiamo con orgoglio 'Urbs Scripta' poiché costituisce un'esperienza davvero affascinante e unica nel panorama italiano ed europeo - ha dichiarato la presidente Damiano - Si tratta di un percorso originale e innovativo, il cui valore storico e culturale è enorme e tangibile. Il lungo e intenso lavoro di Desi Marangon e Alberto Toso Fei fatto di studio, ricerca, approfondimenti e sopralluoghi, ha restituito un’inedita e importante memoria storica della Città, composta di segni e incisioni alla riscoperta di Venezia, di coloro che l'hanno vissuta e della ua magnifica storia. Un viaggio nello spazio e nel tempo in chiave contemporanea tra quelle pietre della Città che hanno ancora tanto da raccontare e che renderà i cittadini protagonisti di una storia che l'ha resa grande in tutto il mondo. Tra le novità di quest’anno spicca senz'altro lo sguardo sui graffiti armeni nella Basilica di San Marco, che valorizza ulteriormente quel legame profondo e millenario tra Venezia e la cultura armena. In questi anni, come Amministrazione, abbiamo suggellato e riportato alla luce la cultura armena attraverso le iniziative dedicate al suo popolo, comprensiva della nuova e significativa pubblicazione sui graffiti in Arsenale, uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della nostra Città, simbolo della potenza economica della Serenissima, una cornice unica a cui oggi è stata restituita nuova vita grazie alla Marina Militare, alla Biennale e al Comune con eventi come il Salone Nautico e il Salone dell'Alto Artigianato".
Navi, cronache, giochi, figure umane; slogan per l’elezione dei dogi o lamentazioni dei prigionieri; giochi, nomi, croci e date. Un insieme straordinario di presìdi di memoria, disseminato lungo tutta Venezia e le sue isole nelle chiese, nei palazzi, sui monumenti, che è parte della storia viva lasciata sulle pietre dalle persone comuni (in un modo che forse non ha eguali in nessun altro luogo, per estensione e bellezza), che nel raccontare le loro storie rendono improvvisamente i monumenti della città portatori di significati più profondi e diversi, senza smentire tuttavia mai la storia ben più sontuosa, scritta da dogi, artisti, poetesse, regine e capitani da mar alla conquista dell’Oriente.
Il Festival dei Graffiti Veneziani prevede in calendario visite speciali, convegni, mostre, tour notturni, esperienze tattili, cacce al tesoro, presentazioni di libri e molto altro ancora. Tutti gli appuntamenti saranno gratuiti, per alcuni è richiesta la prenotazione online. Mercoledì 14 maggio, ci sarà un dibattito sul modo di vivere la città e lo spazio urbano: “A chi appartiene la città” ad aprire il ricco calendario di appuntamenti, che alla Fondazione di Venezia vedrà gli uni di fronte agli altri writers e appartenenti alle associazioni per la pulizia e il decoro, spiegare e difendere le proprie scelte. La discussione sarà preceduta dalla presentazione di una scoperta relativa alla cronaca graffita di un omicidio, sul portale di una Scuola Grande veneziana. “Biblio-graffiti” è l’iniziativa della Fondazione Querini Stampalia, che mette a disposizione i libri a tema della sua vasta biblioteca.
Il Festival si arricchirà inoltre di un'esperienza tattile e sensoriale per non vedenti e ipovedenti, sessioni di visita a Palazzo Ducale, al Lazzaretto Nuovo, e come novità di quest'anno, una visita alla Cappella degli Scrovegni a Padova, oltre ai graffiti armeni della Basilica di San Marco. Venerdì 16 maggio, alla Venice International University, si terrà un convegno sui graffiti veneziani nel bacino Mediterraneo – Creta e la Grecia, Gerusalemme, l'Armenia – nel quale interverranno diverse esperte ed esperti di graffiti storici delle Università di Poitiers, di Haifa, di Creta, di Venezia e di Padova. Tra gli appuntamenti, giovedì 15 maggio, ci sarà una mostra sulle veline dei graffiti cretesi dello storico ed esploratore Giuseppe Gerola ospitata dall'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti che li conserva. Le visite saranno organizzate in collaborazione con i Musei Civici di Padova, i Musei Civici, Palazzo Ducale (con la Società Cooperativa Culture) di Venezia e i Lazzaretti Veneziani.
"Preservare, studiare, capire e diffondere la conoscenza dei graffiti veneziani - ha spiegato Toso Fei - significa mettersi in ascolto di un passato che è già tutto lì, pronto a raccontarsi, che ha bisogno solo di essere riconosciuto e ascoltato, per proiettarci verso un futuro di conoscenza e di fascinazione. A Venezia capita anche che la leggenda diventi graffito e che dai graffiti abbiano origine delle leggende".
Non mancheranno momenti “pop” destinati al grande pubblico, come il tour serale con torce elettriche tra graffiti e leggenda lungo le calli di Castello o la grande caccia al tesoro finale che, dagli spazi delle Procuratie Vecchie – sede di The Human Safety Net – partirà lungo le calli e permetterà ai partecipanti di conoscere i graffiti più particolari. Infine, la campagna "Lascia il tuo segno": locandine appese nei locali pubblici e nei luoghi di ritrovo - recanti questo slogan e il logo del Festival - dove chiunque potrà sentirsi libero di scrivere o disegnare. Il Festival si concluderà in Pescheria a Rialto, all’insegna di musica, vino e cicchetti, a cura dell'Associazione Rialto Mio.
"Noi parliamo dei graffiti - ha aggiunto Marangon - per parlare di storia dal basso e storie dai margini. I graffiti sono la voce di chi non ha voce. Il festival ci permette di promuovere e immaginare Venezia da una prospettiva originale, basata più sulle persone che sui monumenti, e più sulle marginalità che non sui grandi nomi. Una Venezia accessibile a tutte e tutti, a prescindere dalla propria condizione economica, sociale, culturale o legata ai limiti che il corpo talvolta ci impone".
Per maggiori informazioni: https://www.comune.venezia.it/content/urbs-scripta