Festa Europa: la presidente del Consiglio Damiano all'evento "Europa e donne" per gli incontri nei caffè storici di Venezia

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L'incontro Europa Donne per la Festa Europa Venezia con Damiano
 

Festa Europa: la presidente del Consiglio Damiano all'evento "Europa e donne" per gli incontri nei caffè storici di Venezia

20/10/2021

Proseguono in presenza gli incontri del ciclo "Caffè Europa" nei caffè storici della città, nell'ambito della Festa dell'Europa Venezia. Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 20 ottobre, è andato in scena al Gran Caffè Quadri, in piazza San Marco, il dibattito sul tema "Europa e donne". A partecipare, in rappresentanza dell'Amministrazione, la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano. Al tavolo anche Luisella Pavan Woolfe, direttrice sede italiana del Consiglio d’Europa a Venezia, Patrizia Marcuzzo, responsabile Centro Antiviolenza del Comune di Venezia e Laura Ambrosini, responsabile media e comunicazione della Commissione Europea — Rappresentanza a Milano.

A moderare l'incontro Giovanni De Luca, direttore Rai Veneto. La manifestazione è stata trasmessa in diretta sulle pagine Facebook di Consiglio d'Europa e di Europe Direct Venezia. "Voglio partire da un ringraziamento a chi, come Luisella Pavan Woolfe e Francesca Vianello, rende possibili questi appuntamenti - ha detto Damiano - la Festa dell'Europa a Venezia non si è mai fermata, neppure con la pandemia, anche se si è svolta in forme diverse. E ogni anno, anche qui, ci occupiamo della donna e del suo ruolo in Europa. Venezia è una città molto sensibile al tema: lo dimostrano eventi come l'ottobre rosa, dedicato alla prevenzione, o il novembre rosa, con un intero mese che affronta il tema della violenza sulle donne. La cosa che emerge, in molti dibattiti, è che la pandemia ha rallentato un processo già complicato verso la parità di genere. Ci sono dati sul calo dell'occupazione femminile e, ancora, casi di cronaca che mettono in luce un aumento di femminicidi ed episodi drammatici contro le donne. Bisogna per questo lavorare sui giovani, sull'educazione, sulla scuola, per innestare un percorso che porti al completo rispetto della donna e, in generale, dell'altro".

Una situazione sottolineata anche da Ambrosini: ""Chi perde nelle situazioni di crisi è sempre l'anello più debole, come è capitato alle donne in questa pandemia e in altre situazioni storiche,- ha dichiarato - il problema è complesso e con tante sfaccettature. E bisogna agire a monte, visto che ancora oggi, il 48% degli europei pensa che il posto giusto per la donna sia tra le mura domestiche". "Occorre creare le condizioni per consentire alle donne, ma alla famiglia in generale - ha aggiunto Pavan Woolfe - di avere strutture come asili nido, scuole a tempo pieno e altri strumenti che permettano una completa autonomia per le donne nelle loro scelte di vita". Pavan Woolfe ha specificato il ruolo del Consiglio d'Europa e il peso delle convenzioni che lo stesso emana, tra le quali quella di Istanbul, firmata da oltre 40 Stati, che combatte la violenza contro le donne e gli abusi domestici.

Marcuzzo, invece, ha ricordato la rilevanza del Centro Antiviolenza di Venezia, un'eccellenza pubblica in Italia "per il quale sono fortunatamente arrivate, anche con questa Amministrazione, importanti risorse per aumentare le nostre attività". Marcuzzo si è poi espressa sul rapporto tra comunicazione e violenza sulle donne. "Purtroppo, sono ancora frequenti termini come 'raptus' quando si parla di femminicidi. Sono termini che non rendono onore ai fatti specie in un contesto in cui la media dei femminicidi, nonostante il tanto lavoro fatto dai centri e non solo, rimane alta e costante ogni anno, a prescindere dalla pandemia. I problemi sono a monte, occorre un'alleanza trasversale tra donne e uomini".  

"Quest'anno - ha ripreso Damiano - la Festa dell'Europa è dedicata ai 1600 anni di Venezia, città da sempre all'avanguardia anche sull'autonomia di pensiero e azione che le donne hanno avuto in momenti storici in cui in altri contesti era impensabile. Ne sono testimonianza figure come Elena Lucrezia Cornero, prima donna laureata al mondo, o Marietta Barovier, prima imprenditrice ad aprire una fornace. Se penso a loro pensa a quanto strida, invece, la situazione che stanno vivendo oggi le donne in Afghanistan. Ho avuto modo di parlare con Zahra Ahmadi, l'attivista afghana portata in salvo in Italia. È stato struggente ascoltare dalla sua testimonianza la preoccupazione e l'impotenza nei confronti di sue amiche bloccate lì, che pensano al suicidio piuttosto che ad una vita sotto il regime talebano. Questo è preoccupante e - ha concluso - occorre un intervento decisivo in tal senso di tutta la comunità internazionale".

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