Presentato lo studio relativo alla capacità amministrativa del Comune. Il sindaco Brugnaro: “Con scelte coraggiose abbiamo efficientato il bilancio e ridotto il debito. Con il rendiconto 2019 certificheremo l’azzeramento del disavanzo"

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Conferenza dati Bilancio
 

Presentato lo studio relativo alla capacità amministrativa del Comune. Il sindaco Brugnaro: “Con scelte coraggiose abbiamo efficientato il bilancio e ridotto il debito. Con il rendiconto 2019 certificheremo l’azzeramento del disavanzo"

27/01/2020

La Città di Venezia si attesta alla settima posizione per capacità amministrativa e al primo posto come Comune capoluogo delle 14 città Metropolitane italiane. È quanto rileva un rapporto indipendente svolto da Franco Mostacci, ricercatore Istat, i cui risultati sono stati illustrati questa mattina a Ca’ Farsetti nel corso di una conferenza stampa alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro e dell’assessore al Bilancio e società partecipate Michele Zuin.

Partendo dall’analisi del rendiconto 2018, lo studio aggrega e mette a confronto i dati del bilancio finanziario ed economico - patrimoniale dei 32 Comuni italiani di maggiori dimensioni, che comprendono circa un quinto del totale della popolazione.

“Questi dati – ha dichiarato l’assessore Zuin presentando la ricerca - dimostrano che chi gestisce bene un bilancio è capace di amministrare in modo positivo una città. Venezia è il Comune che ha fatto il balzo in avanti più significativo passando come Comune dalla 14esima posizione del 2017 alla settima, e, come Città Metropolitana, dalla quarta alla prima. Il nostro vanto in termini di bilancio è il miglioramento della liquidità. Non usufruiamo più dell’anticipazione di Tesoreria, che costringeva a pagare interessi alle banche”.

L’analisi – è stato rimarcato - evidenzia per Venezia una serie di indicatori migliori rispetto alla media del Comuni analizzati. In particolare:

  •     A fronte di una riduzione del disavanzo del 12% riferito alle città esaminate, il Comune di Venezia lo ha ridotto del 48%
  •     Il debito pro capite di Venezia è di 1.137 euro contro una media dei Comuni presi in considerazione di 1.723
  •     La tempestività nel pagamento dei fornitori è sensibilmente migliorata passando da un ritardo di 47 giorni rispetto alla scadenza, a un pagamento anticipato di 2 giorni. Il ritardo medio delle città prese in esame nella ricerca è di 37 giorni dopo la scadenza
  •     La capacità di riscossione delle entrate di natura tributaria, contributiva e perequativa, nell’anno di riferimento, è attestata al 67% a fronte di una media del 63%
  •     La capacità di pagamento degli impegni di spesa per diritti sociali, politiche sociali e famiglia è del 77% contro il 69% della media.
  •     L’incidenza della spesa complessiva per istruzione e diritto allo studio, sviluppo del territorio e dell’ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, politiche sociali raggiunge il 55% rispetto al 53% della media.
  •     Infine gli investimenti complessivi pro capite sono pari a 288 euro a fronte dei 171 della media degli altri Comuni presi in considerazione.

“Questi risultati, frutto di una scelta coraggiosa, – ha commentato il sindaco Brugnaro - sono più significativi dell’inaugurazione di un ponte o di una pista ciclabile. Quando siamo arrivati abbiamo trovato una situazione devastata e in questi anni abbiamo lavorato per tagliare il debito pubblico ed efficientare i conti. Siamo riusciti a realizzare numerosi progetti calando il debito. La ricetta? Abbiamo deciso di spendere i soldi che avevamo, mentre l’abitudine era quella di distribuire risorse di cui non si disponeva. Il bilancio ha bisogno di regole ferree, non bisogna far pesare i debiti sulle generazioni future. Tra il 2017 e il 2018 il disavanzo ha registrato una riduzione pari al 48 per cento e posso anticipare che sul rendiconto 2019 il disavanzo sarà azzerato. Avevamo ereditato un disavanzo di 72 milioni di euro e lo abbiamo azzerato in cinque anni rispetto ai 28 previsti dal Commissario. I numeri magari non entusiasmano i cittadini ma sono incontrovertibili, sono frutto di fatti concreti al di là delle bandiere e dei proclami”.

 

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