Due mani di ragazzo tengono tesa una fionda che sta per lanciare una sfera, il pianeta terra. È “Stop Playing” la nuova opera dell’artista Lorenzo Quinn, donata alla città e collocata a Forte Marghera.
Bronzo, acciaio inossidabile, ottone i materiale con cui l’artista, che a Venezia aveva realizzato l’opera “Support”, le mani giganti che sorreggevano Ca’ Sagredo in Canal Grande, lancia un ulteriore appello alla difesa di una città tanto unica quanto delicata.
“E’ il compimento di un sogno che resterà qui anche quando non ci sarò più" ha commentato l’artista. Nel ringraziare l’Amministrazione comunale, la Fondazione Forte Marghera e tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione del progetto, Quinn ha aggiunto: “La scultura è un richiamo al nostro presente che guarda al futuro. La fionda simboleggia le nostre risorse naturali stirate oltre il limite possibile. La tensione può causare la loro rottura, il loro annichilimento. Se vogliamo sopravvivere dobbiamo allentare l’attrito e comportarci in modo responsabile”.
Ancora una volta l’arte diventa strumento per pensare al futuro e alle nuove generazioni. Non è un caso che le mani prese a modello siano quelle del figlio dell’artista, il tredicenne Anthony Quinn. L’opera trova ispirazione in un episodio della vita personale dell’artista, quando da ragazzino con una fionda distrusse un vetro antiproiettile che il padre aveva messo a protezione della casa, ma il suo messaggio è simbolico: “Venezia è una città così fragile e bella che va protetta”.