Campo San Martin

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San Martin - lapide
 

Campo San Martin

02/11/2021

Campo San Martin è situato nel sestiere di Castello, vicino all'Arsenale. Il campo si estende lungo la facciata ed un lato dell’omonima chiesa ed è delimitato da canali. A differenza della maggior parte dei campi di Venezia, non ha una forma circolare o quadrata e non vi è un pozzo. La chiesa è l’elemento architettonico principale sulla cui facciata in mattoni si notano bassorilievi ed ornamenti in marmo bianco.

Le fondazioni della chiesa di San Martino, si ritiene risalgano al VII – VIII secolo, ma fu completata in stile veneto-bizantino, nel 932, mentre l’edificio attuale risale alla riedificazione del Cinquecento, su progetto dell'architetto Jacopo Sansovino.
Il soffitto a volta del presbiterio, affrescato da Jacopo Guarana, rappresenta la “Gloria di San Martino”, mentre su un bassorilievo, posto sopra l'ingresso dell'oratorio attiguo alla chiesa, è raffigurato il Santo mentre offre il suo mantello al povero.
La chiesa custodiva un frammento di una tibia di San Martino, reliquia successivamente ceduta alla Scuola grande di San Giovanni Evangelista, in cambio di una somma di denaro per restaurare la chiesa stessa; con la stessa Scuola, inoltre, nel 1441, venne stretto un accordo secondo il quale, l'11 novembre di ogni anno, le reliquie del Santo dovevano essere portate in processione da San Giovanni Evangelista alla chiesa di San Martino, per essere esposte. Il “piovan” e i religiosi dovevano attendere l’arrivo della reliquia sulla porta della chiesa.

La devozione dei veneziani e la tradizione richiamavano tantissimi fedeli, tanto che il Consiglio dei Dieci doveva considerare il potenziale problema di ordine pubblico legato alla lunga processione che attraversava, a piedi, tutta la città. La reliquia veniva esposta ogni anno per un periodo superiore ai 45 minuti e, qualora la Scuola grande di San Giovanni Evangelista non avesse mantenuto l’impegno di dar luogo alla processione, la reliquia sarebbe stata restituita alla chiesa di san Martino. Con la caduta della Repubblica, fu abbandonata questa consuetudine. Pur essendo morto l’8 novembre, San Martino viene ricordato il giorno in cui la sua salma venne tumulata, l’11 novembre appunto. Questa data probabilmente venne scelta in quanto è una data fondamentale sia nella tradizione cristiana, che in quella del mondo rurale. Per i cristiani anticipava di due giorni l’inizio del digiuno che precedeva il Natale, mentre per il mondo contadino rappresentava la fine dell’anno agricolo e la data della svinatura all’inizio del ciclo invernale. L’11 novembre si chiudevano anche i contratti agricoli e i mezzadri preparavano le loro masserizie per lasciare la mezzadria al signore del podere; se questi rinnovava il contratto, ritornavano a festeggiare nella loro casa. Da qui l’espressione “fasemo San Martin”, con il significato di traslocare.

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