L'assessore D'Este e il comandante Agostini al convegno dell'Anvu sul nuovo decreto sulla sicurezza urbana

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un momento del convegno
 

L'assessore D'Este e il comandante Agostini al convegno dell'Anvu sul nuovo decreto sulla sicurezza urbana

03/03/2017

    “La comunicazione e gestione dello straniero alla luce del nuovo decreto sulla sicurezza urbana”: questo il titolo del convegno tenutosi oggi, su iniziativa dell'Anvu, l'Associazione professionale della Polizia locale d'Italia, nella sede di Mestre della Città Metropolitana, a cui hanno preso parte, per il Comune di Venezia, l'assessore comunale alla Sicurezza, Giorgio d'Este, e il comandante della Polizia municipale, Marco Agostini.

    La prima parte dei lavori, introdotti del presidente nazionale dell'Anvu, Nicola Salvato, è stata dedicata all'esame del nuovo decreto sulla sicurezza, varato nei giorni scorsi.

    “E' un provvedimento – ha sottolineato D'Este – sicuramente importante, che speriamo venga presto convertito, con gli opportuni aggiustamenti, in legge, perché la sicurezza è ormai diventata una delle richieste più pressanti da parte dei cittadini. In esso si riconosce il ruolo della Polizia locale come primo riferimento sul territorio anche in quest'ambito. Un percorso che qui a Venezia è già stato avviato da tempo, con ottimi risultati, grazie anche alla collaborazione quotidiana ed in varie importanti operazioni, con le altre forze di polizia.”   

    Uno dei punti dolenti del decreto, è stato rilevato nei vari interventi, è però  che queste maggiori competenze riconosciute ai Comuni e alle loro polizie locali, non sono supportate da adeguati strumenti operativi per attuarle.

    “Alle nuove incombenze – ha rilevato il vicepresidente dell'Anci,  Umberto Di Primio – gli enti locali dovranno far fronte senza nessun finanziamento aggiuntivo, con risorse umane insufficienti, e anche un po' avanti con l'età (visto il blocco ormai decennale del turn-over, l'età media è attualmente sui 50 anni), senza formazione ed equipaggiamenti adeguati, senza le stesse tutele normative per i nostri agenti rispetto a quelli degli altri corpi.”

    “Sono problemi – ha sottolineato il comandante generale della Polizia locale, Marco Agostini – che diventano ancora maggiori nei Comuni più piccoli. Da un lato bisognerebbe avere il coraggio di portare da 8.000 a 2.000 il numero dei Comuni, e dall'altro riuscire comunque a creare strumenti operativi, come unioni o convenzioni tra le varie polizie locali, con un'unica Centrale operativa, per poter presidiare il territorio in maniera coordinata ed efficace, con l'obiettivo di garantire un servizio h24 per 365 giorni l'anno, a cominciare dall'infortunistica stradale.”

    La seconda parte del convegno è stata dedicata al problema della comunicazione e gestione dei cittadini stranieri: a confronto non solo addetti ai lavori delle forze dell'ordine, ma anche operatori sociali, e studiosi.

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