La Giunta licenzia la proposta di delibera sul referendum per dividere il Comune di Venezia nei tre comuni autonomi di Marghera, Mestre e Venezia

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La Giunta licenzia la proposta di delibera sul referendum per dividere il Comune di Venezia nei tre comuni autonomi di Marghera, Mestre e Venezia

08/09/2016

    La Giunta comunale ha licenziato la proposta di delibera in merito al progetto di legge regionale n. 81 dal titolo: “Suddivisione del Comune di Venezia nei tre comuni autonomi di Marghera, Mestre e Venezia”. Sul provvedimento è stato chiesto dalla prima Commissione consiliare della Regione Veneto il parere all'Amministrazione comunale così come previsto dalla legge regionale n. 25 del 1992.

    Nello specifico la Giunta sottoporrà al Consiglio comunale una delibera dove si sottolinea l'illegittimità costituzionale di un'eventuale legge regionale approvata secondo la procedura dettata dalla legge n. 25 del 1992 così come sottolineato dal Dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri con una nota dello scorso 26 luglio nella quale si dice che “la legge 56/2014 (legge Delrio) è intervenuta in materia di modificazione del comune capoluogo delle città metropolitane introducendo nell'ordinamento una normativa specifica e speciale che ha dichiaratamente carattere derogatorio, sia rispetto al TUEL che alle eventuali leggi regionali precedenti con essa incompatibili. Leggi regionali che, pertanto, non potranno più essere applicate alla modifica del territorio del comune capoluogo o al suo scorporo in più comuni dovendosi per questo applicare quanto previsto dall'articolo 1, comma 22, della legge 7 aprile 2014, n. 56”.

    Per questi motivi e per i plurimi vizi del procedimento avviato dal Consiglio regionale, si ritiene di inoltrare alle Commisioni consiliari prima e al Consiglio comunale poi, una delibera chiedendo di ribadire le valutazioni contrarie per ragioni di illegittimità e di dare mandato al Sindaco, nel caso il Consiglio regionale decidesse di proseguire nel suo iter, di far valere le ragioni dell'Amministrazione comunale davanti agli organi giurisdizionali e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di impugnare l'eventuale legge regionale.

 

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