Il consigliere Gavagnin presenta il “modello Venezia” per il controllo di vicinato alla Commissione parlamentare sulle periferie

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Il consigliere Gavagnin alla Commissione parlamentare a Roma
 

Il consigliere Gavagnin presenta il “modello Venezia” per il controllo di vicinato alla Commissione parlamentare sulle periferie

14/03/2017

Il consigliere delegato alla Sicurezza partecipata, Enrico Gavagnin, è intervenuto questa mattina alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle “Condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie”, svoltasi a Palazzo San Macuto a Roma e presieduta dall'on. Andrea Causin, descrivendo in particolare l'esperienza di Venezia sul tema del controllo di vicinato.

Gavagnin ha infatti sottolineato come in pochi mesi, da agosto 2016 ad oggi, i gruppi di controllo di vicinato siano passati da 5 a 25, con un coinvolgimento che ha più che raddoppiato le adesioni e che è ancora in aumento (rispetto alle 800 iniziali). “Si tratta di un risultato importante – ha spiegato il delegato del sindaco – che potrebbe diventare un vero e proprio modello a livello nazionale, ottenuto grazie alla sinergia con gli ottimi referenti regionali del CdV Antonella Chiavalin e Irene Gola ed al puntuale intervento dell'Amministrazione fortemente voluto dal sindaco Luigi Brugnaro. Questi due fattori hanno fatto sì che il fenomeno letteralmente esplodesse sul territorio anche attraverso la campagna informativa e di promozione del programma "Controllo del Vicinato" strutturata su più step”.

Il primo passo è stato organizzare incontri informativi sul controllo di vicinato, avvisando sempre preventivamente la Prefettura, in base al Protocollo d'intesa sottoscritto con 18 comuni dell'area metropolitana, tra cui, appunto, Venezia – ai quali hanno partecipato in qualità di relatori i rappresentanti della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e della Polizia municipale. A questi è seguita la formazione spontanea di gruppi di controllo di vicinato, per cui si è compiuto il passo successivo, dando il via ad incontri informativi tecnici, durante i quali sono stati individuati i coordinatori di gruppo.

“È necessario ribadire l'importanza del coordinatore – ha detto Gavagnin – perché è lui che fa lo screening di tutte le segnalazioni raccolte dal suo gruppo e le trasmette poi alle Forze dell'ordine. È stato, quindi, istituito un numero dedicato ai coordinatori all'interno della Centrale Operativa. Le loro segnalazioni rimangono importanti in un sistema di notizie preventive”. Il terzo step messo in atto dal Comune è poi quello di organizzare incontri formativi per i coordinatori, il cui fine e' quello di far conoscere le procedure di invio delle segnalazioni alla Centrale Operativa delle Telecomunicazioni.

“La crescita del fenomeno dei controlli di vicinato – ha aggiunto il consigliere – è un sistema che si auto-genera, i bisogni individuali di benessere sociale e di maggior qualita' di vita trovano aggregazione nella rete sociale. Se si riuscirà a sviluppare questo modello "oltre" la dimensione solamente sicuritaria, allora da un lato potra' fornire un valido ausilio all'operato delle Forze dell'ordine e dall'altro prenderà atto dell'enorme potenzialità di questo fenomeno quale "termometro sociale” dei servizi resi alla cittadinanza da parte dell'Amministrazione.

Riprendendo in parte quanto descritto dal vice presidente dell'Associazione Controllo del Vicinato, Francesco Caccetta - anch'egli intervenuto alla Commissione parlamentare - Gavagnin ha infatti spiegato che dall'analisi effettuata sui gruppi whatsapp dei controlli di vicinato emerge che a generare insicurezza nelle persone è in primis il degrado: “La paura del crimine in sé interviene dopo – ha detto il delegato – mentre il più delle volte il cittadino ha la netta percezione di una mancanza di sicurezza da problematiche quali la mancanza di illuminazione pubblica, da abbandono di spazzatura, da buche sulle strada, dalla presenza di ratti. D'altra parte sappiamo che i reati, sul nostro territorio, sono complessivamente calati del 15%, il che significa che le forze dell'ordine funzionano, ma a questo incremento della sicurezza reale non corrisponde un aumento della sicurezza percepita. Il sentimento di insicurezza, invece, aumenta quanto maggiore è il degrado dei luoghi in cui si vive, e se le amministrazioni non intervengono si rischia che ci sia un abbandono progressivo degli spazi pubblici.”

 

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