L’assessore comunale all’Ambiente, Massimiliano De Martin, è intervenuto questa mattina al convengo “Translitera - Crisi Climatica. Idee per il cambiamento”, che si è tenuto all’Auditorium Cesare De Michelis di M9 a Mestre. L’appuntamento, organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Venezia, ha rappresentato un’occasione per approfondire le strategie architettoniche e urbanistiche volte ad affrontare la crisi climatica, attraverso contributi di esperti e dibattiti interdisciplinari.
“L’impatto dei rifiuti provenienti dal ciclo produttivo dell’edilizia e delle infrastrutture sono due temi importanti che devono essere tenuti in considerazione sia dai professionisti che dagli amministratori – ha affermato l’assessore De Martin – infatti come Comune di Venezia nel 2019 abbiamo inserito una norma nel nostro Regolamento edilizio per tracciare il ciclo di vita dei materiali utilizzati. Gli uomini hanno un senso di onnipotenza nei confronti della natura che non ha alcun senso e le conseguenze sono sotto i nostri occhi ogni giorno. Dobbiamo avere ben presente che impatto hanno le energie sull’ambiente, per questo stiamo investendo sull’idrogeno e sulla riconversione degli impianti a favore non solo delle tecnologie che conosciamo oggi, ma anche pensando a quelle che ci porterà il futuro”.
L’ordine degli architetti – è stato spiegato nel corso del convegno – ha deciso di concentrare l’attenzione sull’adattamento, tralasciando la mitigazione, perché le evidenze scientifiche dicono che il tempo per mitigare è scaduto e le azioni che si possono intraprendere oggi devono focalizzarsi su come vivere in un mondo che è profondamente mutato. L’architettura deve quindi assumere una postura proattiva, diventando l’attore protagonista nel processo di trasformazione degli ecosistemi. La progettazione deve integrare soluzioni innovative che rispondano ai cambiamenti climatici, favorendo la resilienza delle comunità.
In questa visione – si è concluso – la collaborazione tra architetti, urbanisti, sociologi, antropologi, ecologi e le comunità locali è fondamentale. Solo attraverso un approccio integrato e partecipativo si può costruire un futuro in cui le città non siano solo luoghi di abitazione, ma spazi vitali che dialogano con la natura, promuovendo un nuovo patto tra l’essere umano e l’ambiente. È fondamentale quindi che il settore dell’architettura si assuma la responsabilità di essere un catalizzatore di idee per il cambiamento, favorendo buone pratiche che rispondano in modo efficace alle sfide climatiche e stimolino un approccio adattativo, consapevole e rigenerativo.