Giovedì 24 ottobre nella Sala Apollinee del Teatro La Fenice va in scena “E noi invece così sereni…”

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Composizione grafica: in basso, disegno di un uomo e una donna che si danno le spalle; in alto, titolo dell'evento
 

Giovedì 24 ottobre nella Sala Apollinee del Teatro La Fenice va in scena “E noi invece così sereni…”

21/10/2024

Giovedì 24 ottobre nella Sala Apollinee del Teatro La Fenice va in scena “E noi invece così sereni…”, spettacolo di prosa ricavato dalle lettere d’amore autografe degli artisti Luigina De Grandis e Mario Marabini. L’evento, che rientra nel palinsesto de “Le Città in Festa”, è in programma alle ore 18.

“E noi invece così sereni…” è una produzione dell’Archivio De Grandis Marabini di Venezia, da un’idea di Chiara Marabini e Fabrizio Berger. In scena ci sono Alberto Toso Fei, Manuela Massimi ed Emanuele Pasqualini. Musiche dal vivo eseguite da Lieta Naccari (voce) e Massimiliano Bigazzi (pianoforte), live painting di Vittorio Bustaffa, coordinatore di progetto Fabrizio Berger.

Preziose parole come rare gemme dall’inestimabile bellezza, che possono regalare emozioni vertiginose e indimenticabili, sono contenute nelle lettere d’amore, straordinariamente moderne, scritte dagli artisti Luigina De Grandis e Mario Marabini, recentemente ritrovate nell’Archivio De Grandis Marabini di Venezia. La loro pubblicazione vede ora una traduzione teatrale, in cui i loro testi si fondono con pittura e musica, creando un’esperienza sensoriale in cui il pubblico rivive la Venezia degli anni ’50 (ma al contempo viene proiettata verso il futuro). La rappresentazione scenica, partendo da sentimenti delicati e personali di due grandi artisti del panorama veneto, attraverserà con poesia la storia e le eccellenze nate nel dopoguerra nel nostro territorio. Dalle loro lettere d’amore, infatti, si trarranno spunti assolutamente attuali, e la memoria lascerà lo spazio a nuove proposte artistiche, sociali e umane.

Il progetto, in sintesi, parte dalla traduzione scenica di un testo inedito scritto da un noto autore (Alberto Toso Fei) e da un celebre critico d’arte (Giovanni Bianchi), entrambi veneziani. La regia e la sceneggiatura porteranno sul palco una voce narrante, due attori che a turno daranno la voce agli artisti celebrati (Luigina de Grandis e Mario Marabini) attraverso le lettere d’amore che si scrissero. Ad esaltare il testo, ed i momenti di pathos, un artista (Vittorio Bustaffa) comporrà “in tempo reale” la scenografia di fondo: ad inizio spettacolo, infatti, una candida tela si offrirà al pennello e ai colori per regalare al pubblico una emozione finale di grande effetto. Per cullare tutti i sensi, si prevede un tappetto musicale eseguito da una famosa cantante veneziana (Lieta Naccari) che accompagnata al pianoforte (dal maestro Massimiliano Bigazzi) allieterà la platea con le più note e coinvolgenti melodie degli anni ‘50. 

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