Mercoledì 25 ottobre torna “Talchum in Venice”, l’evento dedicato alla tradizionale danza in maschera coreana

Condividi
Due persone travestite con maschere di fattura orientale
 

Mercoledì 25 ottobre torna “Talchum in Venice”, l’evento dedicato alla tradizionale danza in maschera coreana

20/10/2023

Torna a Venezia, dopo il grande successo riscosso al Carnevale di Venezia 2023, la danza coreana in maschera del Talchum. L’appuntamento è per mercoledì 25 ottobre alle ore 16 in Campo Santo Stefano, per farsi coinvolgere dai suoni e dalle maschere multicolori del Talchum, che per l’occasione riunirà artisti provenienti da Andong, Dongrae, Gangnyeong e Gangneung per una grande festa millenaria all’insegna dell’amicizia, della storia e della cultura.

“Talchum in Venice”, che rientra nel palinsesto de “Le Città in Festa”, è realizzato dal Comune di Venezia in collaborazione con K-Tiful, la Città di Seoul e Wavents.

Forte di una storia lunga quasi mille anni, il Talchum ancor oggi vanta decine di migliaia di appassionati in tutta la Corea del Sud, dove il poter assistere a questa sorta di Commedia dell’Arte tutta orientale è considerato quasi un must per un pubblico variegato che riunisce trasversalmente le più diverse generazioni. Le origini di tale particolare danza sono piuttosto povere: era infatti il popolo che, nei vari villaggi del medioevo coreano, da un lato animavano i vari personaggi e dall’altro usufruivano degli spettacoli allestiti nelle piazze.

Proprio come nel caso della nostrana Commedia dell’Arte, il Talchum altro non era che la trasposizione in chiave satirica della vita quotidiana di allora, dove le principali figure della comunità - dal ricco possidente al contadino, dalla bella ragazza nubile al vecchio e avido mercante, dal monaco facilmente corruttibile all’anziana viziosa - venivano messe alla berlina diventando i protagonisti di assurde vicende al limite del grottesco. 

Oggi tale tradizione viene principalmente celebrata nella città di Andong, dove si tiene annualmente il National Maskdance Festival, che per sette giorni trasforma il grande parco cittadino in una kermesse piena di suoni, colori e costumi provenienti da tutte le parti dell’Oriente più estremo. Tale festival ha inteso consolidare con il Carnevale di Venezia, tramite un accordo di collaborazione siglato agli inizi del mese di ottobre tra la Korea Foundation of Culture and Ethics e la società veneziana di eventi Wavents, un rapporto di amicizia e mutua collaborazione finalizzata alla creazione di una rete mondiale delle comunità in maschera. 

Altro elemento che unisce le due città è il fatto che entrambe sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, rafforzando ancor di più il ruolo potenziale di ponte tra occidente e oriente particolarmente significativo alla vigilia delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Marco Polo (che pur non avendola visitata, citò comunque la penisola coreana nel suo “Il Milione” con il nome di “Cauli”, traslitterazione del nome Gāolí, traduzione in cinese di Goryeo, forma abbreviata di Goguryeo cioè di uno dei tre principali regni della penisola coreana di allora, insieme a Baekje e Silla). 

Unisciti al canale Telegram del Comune di Venezia

Top