Il vicesindaco di Venezia, Andrea Tomaello, ha preso parte questa mattina alla conferenza finale del progetto Stream, che si è tenuta a Palazzo Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. Per il Comune di Venezia sono intervenuti, tra gli altri, Paola Ravenna, dirigente del Settore Ricerca fonti di finanziamento e Politiche comunitarie; Marco Favaro e Amedeo Fadini del Centro Maree del Comune di Venezia, che hanno presentato la rete ondametrica lungo la costa veneziana, i sistemi di previsione dello stato del mare, le mappe dinamiche di allagamento del suolo urbano di Venezia e le mappe dinamiche delle mareggiate previste sulla costa veneta (vedi allegato).
Il progetto Stream, finanziato dal programma comunitario Interreg Italia-Croazia, è un progetto di cooperazione transfrontaliera finalizzato a sviluppare strategie e strumenti per migliorare la gestione delle alluvioni e delle inondazioni nelle aree costiere in entrambe i territori. Il progetto, guidato dall’Agenzia di Sviluppo della Provincia di Zara - Zadra Nova, e composto da altri 15 partner italiani e croati, ha sviluppato, nei suoi 39 mesi di attività, strumenti innovativi di monitoraggio delle alluvioni e sistemi di previsione ed allertamento, oltre a efficaci piani di gestione del rischio e dei soccorsi. In particolare il Comune di Venezia, partner del progetto con il Centro di Previsione e Segnalazione Maree, grazie allo scambio e alla cooperazione con i partner, ha avuto l’opportunità di migliorare il proprio sistema di previsione delle condizioni del mare e rafforzare la propria rete di monitoraggio installando delle boe ondametriche di ultima generazione in aggiunta ai sensori già operanti al largo della costa veneziana.
“Questa giornata di studi e di confronto – ha esordito il vicesindaco Tomaello – rappresenta un’importante occasione per mostrare come Stream abbia contribuito a migliorare le tecnologie per la previsione e il monitoraggio e la capacità di risposta dei servizi di emergenza in caso di inondazioni. Le situazioni di pericolo sono purtroppo sempre più in aumento, lo stiamo vedendo anche in questi giorni, e ci si può quindi rendere facilmente conto di quanto gravi siano i problemi legati ai cambiamenti climatici. E’ perciò necessario fare rete tra le città che vivono situazioni simili e mettere a sistema le rispettive esperienze e conoscenze per garantire la sicurezza dei cittadini e affrontare così le sfide del futuro che riguardano, in questo caso, il nostro mare Adriatico”.
La conferenza finale è stata infatti l’occasione per mostrare e illustrare i risultati conseguiti dal progetto per affrontare il rischio costiero, anche in vista della possibile crescita della frequenza delle inondazioni lungo le coste adriatiche a causa dei cambiamenti climatici in corso. La frequenza delle inondazioni lungo le coste adriatiche sta crescendo di anno in anno e il fenomeno è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi 50-100 anni.
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