Costituire un laboratorio forense diffuso per portare avanti investigazioni con l'uso della tecnologia e rafforzare la rete di collaborazioni tra istituzioni giudiziarie e Forze dell'ordine. È stato firmato oggi, mercoledì 19 maggio, un protocollo d'intesa tra la Polizia locale del Comune di Venezia, le Procure di Venezia e Padova e Agenfor, ente no profit che si occupa di sicurezza, con l'obiettivo di condividere competenze e tecnologie per la raccolta, l’analisi e lo scambio di informazioni. Si tratta di contenuti investigativi, che vengono trattati nel rispetto di tutte le norme per la tutela della segretezza dei dati raccolti.
A siglare l'accordo il comandante della Polizia locale di Venezia Marco Agostini con il sostituto procuratore di Venezia Giovanni Gasparini, il sostituto procuratore di Padova Silvia Golin e Sergio Bianchi, director of International Research di Agenfor, mentre la parte operativa del progetto per quanto attiene alla Polizia locale è stata seguita dal commissario capo Gianni Franzoi.
Nella sostanza, l'accordo prevede che Agenfor, agenzia specializzata nella creazione e rendicontazione di progetti europei in tema di sicurezza, metta a disposizione delle due procure e della Polizia locale di Venezia una serie di strumenti forensi di ultima generazione e di software specifici, occupandosi inoltre della formazione del personale di polizia giudiziaria individuato dalle varie componenti che firmano la convenzione e che andrà a far parte del laboratorio forense. In particolare, le attività di polizia scientifica riguarderanno le estrazioni e le analisi forensi delle memorie interne dei dispositivi digitali e le analisi dei tabulati e delle celle telefoniche. E' inoltre stato allestito, sempre nell'ambito del medesimo progetto, un sofisticato laboratorio per le esercitazioni di virtual reality.
L'esigenza, molto sentita dalle procure di Venezia e Padova, di creare ed implementare nel tempo il laboratorio forense diffuso - è stato spiegato - trova la propria radice nelle "modalità di perpetrazione dei reati che, negli anni, si sono sempre più caratterizzate per l’impiego dei digital devices e che tali innovazioni impongono rivisitazioni ed aggiornamenti dei rapporti tra autorità giudiziaria e polizia giudiziaria, soprattutto con riferimento all’estrazione ed all’analisi della digital evidence".
La convenzione, si spiega ancora, "avrà carattere sperimentale per i primi sei mesi dalla data della stipula" e si potrà rinnovare tacitamente per altri due anni, anche con modificazioni, a partire dalla data della sottoscrizione.
Altre procure ed altri organi di polizia giudiziaria hanno già manifestato alle due procure capofila la propria intenzione di aderire al progetto. Dopo la firma della convenzione sono partite, e andranno avanti per quattro giorni, le attività formative di polizia scientifica presso il comando di Polizia locale, a cui prendono parte investigatori di tutti i corpi di polizia e polizia locale. I corsisti hanno inoltre visitato il Comando generale, le sale operative e la Smart Control Room del Comune, dove sono state illustrate le potenzialità del digitale nella gestione quotidiana della città e gli algoritmi predittivi più significativi.