Campo San Bartolomio

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Capo San Bartolomeo
 

Campo San Bartolomio

11/02/2021

Campo San Bortolomio, al centro del quale spicca la statua del commediografo Carlo Goldoni, opera di Antonio Dal Zotto (1883), è situato nel sestiere di San Marco ed è uno dei luoghi più frequentati della città per la sua posizione strategica.

La planimetria originaria dell'insula, in cui è sorto il campo con una superficie di mezzo ettaro tra due file opposte di edifici, si rifaceva all'antico reticolo quadrato romano. Oggi la disposizione dell'area è molto diversa; infatti a metà Ottocento il campo è stato ampliato e la Marzarieta, che lo unisce a campo San Salvador, allargata demolendo alcuni edifici e costruendone di nuovi.

Anticamente, nel IX secolo, come in altri punti della città, la planimetria era a corti affiancate, alternate a calli, tra il campo, che era sede del Mercato e arrivava fino alla riva del Canal Grande ed il retrostante rio della Fava o rio di Palazzo. Le zone dell'insula, avevano diverse funzioni; vi si distinguevano l'area intorno alla chiesa e parrocchia di San Bortolomio, fondata nell'840 e originariamente intitolata a San Demetrio, il Mercato con le sue ferventi attività commerciali, il campo intermedio, al centro e un campo d'approdo aperto sul rio del “Fontego” ed infine una calle, usata soprattutto dai mercanti e con funzione di collegamento al campo della Fava.

Nell'area di San Bortolomio, si sono intrecciati rapporti commerciali e culturali grazie all’incontro di mercanti provenienti da tutta Europa. Tutte le popolazioni provenienti dall’Europa del nord erano denominate “tedeschi” (da theodisce, in dialetto germanico lingua del popolo).

Già in epoca bizantina, nell'insula iniziò la costruzione di case in muratura e di eleganti corti, in parte ancora visibili, sul rio del Fontego e verso le Mercerie; poi, con il trasferimento del Mercato sull'altro lato del Canal Grande e l'alienazione da parte del Demanio delle aree che si erano in questo modo rese disponibili, vennero costruiti edifici destinati ad abitazione o ad uso commerciale. Sul campo San Bartolomeo si affaccia palazzo Moro, lussuosa dimora del XIV secolo che si distingue per i mattoni faccia a vista in cotto ed un'esafora ogivale al piano nobile.

Il palazzo più conosciuto dell’area è il “Fontego dei Tedeschi” (Teutsch Haus), costruito nel 1228 e completamente riedificato tra il 1506 e il 1508 in seguito ad un incendio, è un edificio di 5 piani con più di 200 stanze per ospitare la comunità tedesca di Venezia che vi abitava e lavorava. Internamente al Fontego, a pianta quadrata, c'è un cortile (coperto nel 1937 con un lucernario) con al centro un pozzo. La particolare architettura permetteva al custode, un veneziano, di sorvegliare gli stranieri: che non entrassero prostitute e delinquenti, che venissero consegnate le armi e che fosse visibile ogni movimento di denaro. Sulle balaustre del cortile interno si notano ancora alcuni segni lasciati dai mercanti.

Nei primi decenni del Novecento, un imponente restauro ha permesso di rendere fruibile la vecchia struttura del Fontego destinando l’edificio a sede delle Poste Italiane.

L’ultimo restauro, commissionato dalla famiglia Benetton nel 2009, concluso nel 2016, e gestito dallo studio olandese di architettura, OMA (Office for Metropolitan Architecture), ha trasformato lo storico edificio di 9.000 metri quadrati in un Emporio commerciale con negozi di lusso e grandi firme. Una terrazza panoramica sovrasta il Fontego permettendo di ammirare dall’alto il Canal Grande e il Ponte di Rialto.

 

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