La storia di un allenatore di calcio deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, la bellezza dello sport annientata dalla promulgazione delle leggi razziali. Questo il tema portante dello spettacolo “Dal campo di calcio ad Auschwitz - Storia di un allenatore ebreo e della sua famiglia”, trasmesso questa mattina sul canale Youtube del Comune di Venezia in occasione della Celebrazione del Giorno della Memoria. Un racconto teatrale dedicato in particolar modo ai giovani e agli studenti, anticipato dagli interventi della presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, e del presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Paolo Gnignati che dal Teatro Goldoni hanno introdotto lo spettacolo con una riflessione sulla ricorrenza che ogni anno, il 27 gennaio, commemora le vittime dell'Olocausto.
“Coltivare la memoria è un vaccino prezioso contro l’indifferenza” ha esordito la presidente Damiano richiamando le parole della senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell'Olocausto e testimone della Shoah italiana. “E’ nostro dovere - ha aggiunto portando i saluti del sindaco Luigi Brugnaro e dell’Amministrazione comunale - coltivare la memoria per evitare che il male travolga di nuovo l’umanità. Abbiamo il dovere di tenere alta la guardia contro ogni forma di discriminazione, odio, sopraffazione, razzismo e violenza. Abbiamo il dovere di non girarci dall’altra parte, perché se è vero che per fare i conti con quanto è accaduto dobbiamo rivolgere lo sguardo al passato, è altrettanto vero che quello stesso sguardo dobbiamo rivolgerlo al futuro facendoci, noi stessi, portatori e veicoli di un messaggio di memoria che deve diventare fonte di ispirazione del comportamento concreto e quotidiano di tutti noi, della nostra comunità, e delle future generazioni”. La presidente ha poi concluso: “Che il Giorno della Memoria rimanga vivo e presente in ogni gesto e in ogni pensiero della nostra vita quotidiana, che questo “Mese della Memoria" funga oggi e per sempre da esempio per le nuove generazioni, perche si rendano conto che dipende da ciascuno di noi cogliere gli orrori del passato per evitare non solo che accadano nuovamente, ma soprattutto per rinvigorire la nostra coscienza morale e civile”.
“Il tema della Giornata della Memoria – ha aggiunto Paolo Gnignati, presidente della Comunità Ebraica di Venezia - è mostrare quella che è stata la pazzia delle leggi razziali, che hanno espulso gli ebrei dalla società in cui erano profondamente inseriti. Le esperienze di persone come quelle di cui tratta lo spettacolo, un allenatore di calcio, mostrano come anche mondi lontani come quello dello sport, che sembrano dover essere così lontani dalla politica e dal pregiudizio, sono stati settori di fronte a cui il fascismo non si è fermato. Il fascismo non si è fermato davanti a niente: ha distrutto quello che è stato il tessuto sociale italiano espellendo cittadini che erano inseriti nelle diverse articolazioni della società . Ecco, allora ci dobbiamo domandare qual è la radice dell’odio che sta alla base delle leggi razziali: è la radice antidemocratica, la radice del vedere il nemico, la sopraffazione. Oggi dobbiamo avere una coscienza critica, perché il male si presenta in forme diverse. Il Giorno della Memoria non è solo il giorno in cui ricordiamo gli ebrei vittime delle leggi razziali, ma deve essere il giorno in cui costruiamo il nostro domani”.
Scritto e interpretato da Davide Giandrini, lo spettacolo racconta la storia di Arpad, allenatore di calcio di successo, ebreo ungherese che - a seguito della promulgazione delle leggi razziali nel 1938 - dovrà lasciare l'Italia e troverà la morte nel campo di sterminio di Auschwitz.
Il racconto teatrale sarà visibile fino a martedì 2 febbraio sul canale youtube del Comune di Venezia.