Operazione "Napoleon", chiuse le indagini: tre pusher in carcere per spaccio. Sequestrate dosi per 130mila euro

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Un immagine di repertorio del ritrovamento di stupefacenti
 

Operazione "Napoleon", chiuse le indagini: tre pusher in carcere per spaccio. Sequestrate dosi per 130mila euro

04/12/2020

Tre persone tra i 18 e i 27 anni, di origine nigeriana, sono state arrestate nell'ambito dell'operazione "Napoleon", con l'accusa di detenzione e spaccio di marijuana al termine di una indagine iniziata ad agosto 2017 e che si è conclusa anche grazie alla collaborazione di forze di polizia internazionali. La Polizia locale di Venezia, in due diverse attività tra il 2017 e il 2018, aveva individuato e sequestrato circa 13 chili di sostanza stupefacente, per un valore stimato di vendita al dettaglio di 130mila euro. Da qui è scaturita l'attività degli inquirenti che ha portato prima all'arresto nel 2018 di due spacciatori e poi, grazie anche alla collaborazione della polizia criminale tedesca, al fermo di un terzo pusher, nel frattempo scappato in Germania e fatto rientrare in Italia nel mese di novembre.

La Polizia locale di Venezia, il 18 agosto 2017, durante un'attività di controllo al Parco Albanese di Mestre, aveva sequestrato circa nove chili di marijuana, pari a circa 90mila euro di valore potenziale di vendita, che, secondo le indagini, stava alimentando un traffico illecito in tutta la zona di Carpenedo e Bissuola. La droga era stata ritrovata dalle unità cinofile del servizio Sicurezza Urbana in una zona vicina all’area riservata ai cani. Gli agenti avevano scoperto nove buche, profonde fino a quaranta centimetri, in cui era nascosto lo stupefacente già suddiviso in 180 involucri in nylon pronti per lo spaccio.

Subito dopo il sequestro, quest'ultimi sono stati inviati al Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica per la ricerca di eventuali impronte digitali. Gli accertamenti hanno permesso di individuare sette impronte digitali appartenenti a un cittadino nigeriano di 18 anni, con precedenti specifici per spaccio, più volte identificato dalla Polizia locale all’interno del parco assieme ad altri pusher.

Dopo questa prima fase, nel luglio 2018, nell’area verde di via Buozzi in zona Bissuola, la Polizia locale ha scoperto, ancora grazie alle unità cinofile, altri sedici sacchi di nylon neri contenenti complessivamente quattro chili di marijuana pari a circa 40mila euro di valore potenziale di vendita. Ancora una volta gli agenti hanno inviato i campioni al Ris dei Carabinieri di Parma per la ricerca di eventuali impronte digitali. Al termine della analisi sono state rinvenute impronte digitali appartenenti sia al pusher già coinvolto dopo il primo sequestro di droga, sia ad un secondo cittadino nigeriano ventunenne, anch'egli con precedenti di polizia e più volte fermato e controllato all’interno del parco Albanese dalla Polizia locale. Terminati gli accertamenti, entrambi i pusher sono stati raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare in carcere: il 18enne con provvedimento eseguito ad agosto 2018; al 21enne, invece, la notifica è giunta mentre si trovava già in carcere dopo un arresto operato a maggio 2018 sempre da parte della Polizia locale di Venezia.

La prosecuzione delle indagini ha infine rivelato la presenza di un terzo cittadino nigeriano di 27 anni, probabile complice dei primi due, sottoposto ad intercettazione telefonica dagli agenti tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Al termine di questo periodo è stato quindi richiesto un terzo provvedimento di custodia cautelare in carcere a carico dell'uomo, emesso ad aprile 2019. Il 27enne, però, dopo la carcerazione dei due complici, si era già reso irreperibile trasferendosi all’estero. Informazioni confidenziali acquisite dalla Polizia locale hanno però consentito di ricostruire i suoi spostamenti: in un primo momento il sospetto era riparato in Svizzera, poi in Austria e infine in Germania.

La Polizia locale ha quindi preso contatto ad aprile 2020 con la polizia criminale tedesca, la quale ha riscontrato la presenza dell'uomo nella zona di Norimberga. Di ciò è stata informata l’Autorità Giudiziaria veneziana per l’emissione di un eventuale mandato di arresto europeo. Provvedimento che non si è reso necessario poiché le autorità tedesche, nel mese in novembre, hanno rigettato la richiesta di asilo politico avanzata nel frattempo dal 27enne e lo hanno rimandato in Italia come stabilito dalla convenzione di Dublino. Il 5 novembre scorso la Polizia di Frontiera ha bloccato l'uomo dopo l’atterraggio, ottenendo dalla Polizia locale di Venezia un provvedimento per la custodia cautelare in carcere dell'uomo. Lo spacciatore, dopo aver trascorso le ultime settimane a Roma, nel carcere di Regina Coeli, verrà presto trasferito nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia.

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