“Non possiamo pensare neanche lontanamente che venga diminuito il ruolo di Giuseppe Bono, Amministratore delegato di Fincantieri: una realtà produttiva da sempre presente a Porto Marghera, un nostro orgoglio, che dà tanto lavoro alla città”.
Un’attestazione di sostegno e fiducia totali quelle espresse dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che insieme al Presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese e all’assessore allo Sviluppo economico Simone Venturini, questa mattina ha incontrato la stampa davanti ai cantieri navali Fincantieri per esprimere solidarietà all’Ad Bono di cui è stata ipotizzato un cambio al vertice. All’appuntamento ha partecipato anche una rappresentanza dei lavoratori.
“Il fatto di essere qui davanti a questi cantieri con commesse che vanno ben oltre il 2027, in un’area strategica dove il Comune ha già stanziato 17 milioni di euro per la nuova viabilità, accanto al presidente di Confindustria Venezia – ha detto Brugnaro - è una testimonianza forte nei confronti di un Governo che, quantomeno nelle chiacchiere, mette in discussione la meritocrazia: Giuseppe Bono è una persona capace, sappiamo che tutte le maestranze stanno lavorando bene e a noi questo basta.
Da queste zone dove combattiamo una battaglia per il lavoro, lo sviluppo economico delle famiglie e dei giovani, dichiariamo che questa scelta è sbagliata. Non dobbiamo disfare ciò che funziona bene. Se vengono ritardati gli investimenti già programmati, si causano danni inimmaginabili. Qui ci sono lavoratori: le aziende e i posti di lavoro non si toccano. Il cambiamento va intrapreso se necessario, se in prospettiva migliorativa, altrimenti non ha senso. Squadra che funziona non si cambia. Il lavoro non si crea per decreto, ma si può distruggere per decreto. Il prodotto nave – ha continuato il primo cittadino – si articola in una filiera complessa fatta di parte metalmeccanica, elettronica, arredamento, design. Noi abbiamo le competenze mondiali, non possiamo smontare il sistema. Dal blocco delle grandi opere, necessarie perché ci collegano all’Europa, alla messa in discussione di personaggi importanti o di scienziati, alla diffusione di stupidaggini sull’inutilità dei vaccini, stiamo dando dei segnali pessimi. Sulle fabbriche non si scherza, a Venezia non molleremo di un centimetro, a costo di fare le barricate”.
“S’inaugura la stagione della politica e dell’industria insieme a difesa del lavoro e del territorio – ha poi sottolineato il presidente di Confindustria Marinese. Tutti i sindacati hanno rappresentato le loro preoccupazioni per un cambio al vertice. Non è detto che vada sostituito chi scade: per una ragione di metodo e di merito”.
Ricordando poi come qualche anno fa si stesse rischiando di perdere il sito produttivo, tanto che tutti gli investimenti erano stati dirottati a Monfalcone e a Genova, Marinese ha aggiunto: “Ora c’è un investimento di 150 milioni di euro per il 2019-2020 per ampliare lo stabilimento, affrontare il mercato e far crescere la produzione. La filiera della cantieristica a Marghera vale un miliardo e mezzo di euro. Allora torna la domanda: perché bisogna cambiare? Se la regola è che una persona in scadenza va sostituita, a prescindere dai risultati, allora dobbiamo preoccuparci tutti”.
“A pochi metri da qui c’è la Pilkington – ha poi evidenziato l’assessore Venturini - un altro esempio di rinascita industriale. E’ evidente che Porto Marghera può essere la culla di queste imprese. E’ necessaria un’alleanza tra lavoro e politica, che non vediamo a livello centrale, ma che è invece presente a Venezia. Da qui si può ripartire per indicare un modello di come Confindustria, parti sociali e istituzioni lavorino per costruire posti di lavoro, riaprire le aziende e non chiuderle”.
Ha infine concluso il primo cittadino: “Dicono che prevenire sia meglio che curare. Eccolo diciamo forte e chiaro: non si può e non si deve deindustrializzare il Paese”.