
Una calle, una storia: le "Chiovere”
15/01/2019Chiovere e Chioverette sono toponimi che si trovano in molti sestieri di Venezia.
Le chiovere o ciòvere erano ampi spazi aperti di terreno e l'interpretazione più accreditata sull'etimologia di questo nome lo farebbe derivare da “ciovi”, ossia chiodi. Questi luoghi erano infatti usati per stendere e far asciugare i panni di lana dopo la tintura su stenditoi di legno, dove venivano infissi numerosissimi chiodi per disporre le corde, in lunghe file ordinate; nello stesso tempo il terreno erboso serviva anche da pascolo per gli ovini, sino ai primi anni del Novecento.
L'Arte dei “ciovaroli a le ciovére”, istituita nel 1593, riuniva i lavoranti claudadori e tiradori, i primi erano gli usufruttuari delle ciovére, mentre i tiradori erano coloro che provvedevano a "tirar" (allungare) i tessuti secondo le misure prescritte dalla legge. Nel tempo entrambi vennero chiamati con il nome comune di ciovaroli (lavoranti nelle chiovere).
All'inizio del Novecento, sui terreni adibiti a ciovere, furono costruiti nuovi edifici. Nel sestiere di Dorsoduro, vicino a San Pantalon, all'inizio di Ramo Cimesin, a ricordare la destinazione d'uso di quella zona è stata murata, su un edificio moderno, un'antica lapide (datata 1668) sulla quale si legge che era proibito a chiunque svolgere giochi o attività che potessero danneggiare i tessuti stesi ad asciugare.
Durante la seconda occupazione austriaca, secondo un editto della Congregazione Municipale del 16 febbraio 1834, le ciovere dovevano essere utilizzate per “la pratica all’asciugatura della biancheria pei luoghi pubblici” e le lavandaie erano obbligate a stendere i panni per l’asciugatura in spazi ben precisi dei sestieri veneziani, tra i quali le ciovere.
Una calle, una storia: viaggio tra i toponimi veneziani alla scoperta del passato della Serenissima