5 luglio 1981, l'omicidio di Giuseppe Taliercio. Oggi la commemorazione del Comune di Venezia

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Taliercio 2025
 

5 luglio 1981, l'omicidio di Giuseppe Taliercio. Oggi la commemorazione del Comune di Venezia

05/07/2025

Per 46 giorni si sperò nella sua liberazione. A nulla valse l'appello della moglie Gabriella, lanciato anche dagli schermi televisivi. All'alba del 6 luglio del 1981, il corpo dell'ingegner Giuseppe Taliercio, direttore generale del Petrolchimico, veniva trovato a Marghera, chiuso nel bagagliaio di una Fiat 128, in via Pasini, ucciso dalle Brigate Rosse. Qui ogni 5 di luglio una cerimonia lo celebra, ma il monumento in suo onore, all'angolo con via Bottenigo, ogni giorno lo ricorda.

Lo ricorda alla cittadinanza che lo ha pianto, quel lunedì d'estate del 1981 e negli anni a seguire, insieme ai suoi operai e ai suoi collaboratori, come ha sottolineato il presidente della Municipalità di Marghera Teodoro Marolo. 

Quest'anno, a nome del sindaco Luigi Brugnaro e del Comune di Venezia, ne ha ricordato i valori e la dedizione la consigliera Chiara Visentin: "Siamo in questo luogo carico di significato per ricordare un uomo che ha pagato con la vita la sua coerenza, la sua integrità, il suo senso del dovere. La testimonianza di Giuseppe Taliercio ci ricorda che anche nel buio più profondo si può scegliere la via della dignità e del bene. Ci ricorda che il terrorismo non riuscì a piegare né lui, né Marghera, né Mestre, né Venezia, né le lavoratrici e i lavoratori che in quei giorni scesero in piazza per gridare il loro no alla violenza, il loro sì alla democrazia", ha detto la consigliera.

Il Comune di Venezia, qualche anno fa, ha acquistato il Capannone del Petrolchimico, simbolo di una stagione difficile proprio per custodire e rendere viva questa memoria. Lì venne preparato lo storico striscione che ancora oggi vi è conservato e che recita: “I nazisti delle BR hanno assassinato Taliercio. I lavoratori del Petrolchimico contro il terrorismo”. 

"Uno striscione che non è solo un documento del passato, ma un grido di coscienza collettiva, che interpella ancora oggi le nostre responsabilità civili e istituzionali", ha concluso Visentin.

Alla cerimonia, questa mattina, la commozione del figlio di Giuseppe, Cesare Taliercio, i cittadini, le autorità civili e militari della città, tra cui la vice prefetto vicaria Piera Bumma e il vice questore Carlo Ferretti, consiglieri di municipalità e il coro La cordata del Cai Mestre, che ha chiuso la celebrazione sulle note dell'Ave Maria. 

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