Al Museo archeologico di piazza San Marco una testa di Diana di età imperiale

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Testa di Diana al Museo
 

Al Museo archeologico di piazza San Marco una testa di Diana di età imperiale

22/11/2024

Nella primo secolo d.C. la grande statua raffigurante Diana o Afrodite abbelliva una ricca casa privata, o un impianto termale di prima età imperiale. Una dea riconoscibile per l'elaborata acconciatura dei suoi capelli, mai utilizzata nelle raffigurazioni di comuni mortali, a rimarcarne il carattere esclusivo. La sua testa in marmo greco, dopo secoli, sarebbe stata rinvenuta in un campo agricolo in Toscana, tra gli anni '50 e '60, ma il suo ritrovamento mai denunciato alle autorità. 

Dopo anni e lunghi viaggi la testa di Diana è stata infine scoperta nella cantina di un'abitazione di Mestre, dall'ignaro erede. Il cittadino ne ha denunciato il ritrovamento, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale del Nucleo di Venezia ne ha rivelato i passaggi di mano, tutti per ricettazione. E così è scattato il sequestro del bene, oggi di proprietà dello Stato. 

Questa mattina la testa di fattura romana, probabilmente di una bottega del centro Italia, è stata consegnata dal Nucleo specialistico dei carabinieri ai Musei archeologici di Venezia e della Laguna. In conferenza stampa, tenutasi al Museo di piazza San Marco, dove verrà esposta al pubblico, la direttrice dei Musei archeologici Marianna Bressan: "Il suo ritrovamento è una notizia bellissima" ha detto; i rappresentanti del Nucleo Tutela Beni Culturali dei Carabinieri, la Soprintendenza archeologica di Venezia e l'assessore alla Sicurezza del Comune di Venezia Elisabetta Pesce: "Il Comune ringrazia il Comando locale del Nucleo specializzato nel ritrovamento e nella tutela del nostro patrimonio culturale per il lavoro svolto in questo particolare contesto, e per la consegna di un bene tanto importante. Una attività, quella dei carabinieri, spesso invisibile ma dai risultati come vediamo eccezionali; un lavoro e uno speciale comparto apprezzato a livello internazionale, dove non conosce eguali".

Il Nucleo dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale italiano, riconosciuto nel mondo, ha ad oggi una banca dati che conta oltre 7 milioni di beni censiti e anche per questo è un riferimento internazionale.

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