Nel 2021 l'economia del Veneto "ha mostrato un deciso recupero”. E’ quanto emerge dal rapporto della Banca d'Italia sulle economie regionali presentato nel pomeriggio a Palazzo Dolfin Manin, a Venezia, e secondo il quale il prodotto regionale sarebbe cresciuto del 7,6 percento, recuperando circa due terzi della caduta del 2020 a seguito del periodo pandemico. Ad introdurre l’analisi è stato Pier Luigi Ruggiero, capo della sede di Venezia della Banca d’Italia, mentre il rapporto è stato illustrato nel dettaglio da Sonia Soncin e Mariano Graziano, della Divisione analisi e ricerca economica territorale della sede di Venezia. I lavori si sono chiusi con l'intervento di Paolo Angelini, vicedirettore generale della Banca d'Italia. In rappresentanza del Comune di Venezia è intervenuta l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto.
A trascinare la ripresa, è stato spiegato, il settore manifatturiero che ha fatto registrare una crescita del 16,6 percento rispetto all’anno precedente, il punto di forza è l’export. Crescita significativa anche per il settore edile, in accelerazione nella seconda parte dell'anno, grazie anche agli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio abitativo. Da fine febbraio dell'anno in corso la crisi in Ucraina ha tuttavia acuito l'incertezza e deteriorato le previsioni di crescita.
Luci e ombre sul fronte del turismo che ha parzialmente recuperato il crollo delle presenze e della spesa dei turisti stranieri nel 2020. Sono ancora lontani i livelli pre pandemia, sfiorati solo dal turismo italiano mentre il divario con il 2019 è rimasto più ampio per le presenze degli stranieri.
L'analisi ha certificato che sono cresciuti quasi esclusivamente i posti di lavoro a tempo determinato, a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a tempo indeterminato. Nei primi quattro mesi dell'anno è proseguito il calo del ricorso agli ammortizzatori sociali e si è consolidata la crescita della domanda di lavoro. Per quanto riguarda le famiglie il report di Banca d’Italia riporta una frenata dalla seconda metà del 2021 della ripresa del reddito disponibile e dei consumi dovuta all'aumento dei prezzi, in particolare di quelli dei trasporti e delle utenze domestiche. Per via della diversa composizione della spesa, i rincari incidono sulle famiglie in misura diseguale, colpendo maggiormente i nuclei con livelli di consumo più bassi.
Un capitolo specifico è stato infine dedicato al tema della transizione ecologica ed energetica delle imprese. “Nei prossimi anni - è stato spiegato - l'economia della regione dovrà fronteggiare i rischi collegati al cambiamento climatico. Da un'analisi che utilizza uno scenario climatologico diffusamente utilizzato, emerge che circa un quinto delle imprese venete si trova in zone dove sono previsti impatti climatici elevati nei prossimi 30 anni”. In Veneto, è quanto rilevato nel rapporto “è localizzato quasi il 10 per cento degli impianti italiani soggetti al Sistema per lo scambio delle quote di emissione europeo. Oltre il 40 per cento delle emissioni di questi impianti è concentrata nell'area industriale di Porto Marghera”.
"I dati emersi dal rapporto confermano quanto già abbiamo avuto modo di riscontrare nel corso della nostra attività di amministratori sul territorio - ha dichiarato Zaccariotto a margine della presentazione del rapporto - Così come il lungo periodo di pandemia ha imposto un'accelerazione su alcuni temi cruciali e irrisolti per il nostro Paese, penso al nodo della digitalizzazione, allo stesso modo il grande tema della transizione ecologica e quello sempre più attuale ed emergente dei cambiamenti climatici, proprio in queste ore come Amministrazione stiamo agendo sul fronte della siccità che sta colpendo anche l'Italia, ci obbliga a trovare risposte immediate. Temi importanti, sui quali in passato non si sono sapute fare le scelte opportune e che oggi siamo chiamati ad affrontare. Dal rapporto emerge anche un quadro poco confortante sul lavoro giovanile, è un dato che preoccupa. Nell'ottica di questa accelerazione che deve essere attuata per non farci trovare impreparati davanti alle grandi questioni che si presentano, penso anche alla grande partita del PNRR, credo che l'investimento sui giovani, sulla loro forza e sulla loro preparazione debba essere il punto di ripartenza. Dobbiamo ripartire dall'economia, dalla finanza, dall'ambiente, dal mondo del lavoro pensando a tutti questi aspetti come un intreccio unico di ambiti nei quali agire facendo le scelte giuste per il nostro futuro, non si può più ragionare a compartimenti stagni".