Ricordato al Petrolchimico il 37. anniversario dell'omicidio di Giuseppe Taliercio

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un momento della posa dei fiori
 

Ricordato al Petrolchimico il 37. anniversario dell'omicidio di Giuseppe Taliercio

05/07/2018

    “Che gli uomini tornino ad essere uomini”: questa la frase incisa sul monumento che ricorda Giuseppe Taliercio, posto nel luogo dove il corpo senza vita dell'allora direttore del Petrolchimico di Marghera fu fatto ritrovare dalle Brigate Rosse, dopo 46 giorni di prigionia, il 5 luglio 1981.

    A distanza di 37 anni, si è svolta oggi, al capannone del Petrolchimico, una cerimonia per ricordarlo, alla presenza, tra gli altri, degli assessori comunali Renato Boraso, in rappresentanza della città, e Giorgio D'Este, del presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, del prefetto vicario di Venezia, Sebastiano Cento, del consigliere regionale Alberto Semenzato, delle rappresentanze delle locali autorità militari, di consiglieri comunali e di Municipalità, nonché di uno dei figli di Taliercio, Cesare.

    “Abbiamo scelto di ricordare oggi Taliercio – ha sottolineato Boraso – in questo Capannone, luogo simbolo delle lotte sociali e sindacali di quel tempo, in cui è stato però anche detto un secco 'no' all'azione sanguinosa del terrorismo. Giuseppe è stato una persona per bene, un cittadino dedito al suo lavoro e alla sua famiglia, un interprete sano della nostra società. Il suo contributo di umanità resterà per sempre, e non solo nel ricordo di chi lo ha conosciuto. Non è morto invano: grazie al suo sacrificio e al suo esempio, che si accomuna a quelli delle altre due vittime mestrine del terrorismo, Sergio Gori e Alfredo Albanese, oggi possiamo vivere in un mondo più libero e democratico.”

    Presenti alla cerimonia anche il gruppo della San Vincenzo del Petrolchimico (di cui Taliercio fu presidente, e che porta oggi il suo nome), una rappresentanza dell'Unitalsi, ed il “Coro delle Cime”, la cui azione è stata sempre sostenuta dall'allora direttore del Petrolchimico, che per la sua opera in ambito sociale è stato inserito nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II, tra i “Testimoni nella fede”.

    “La vicenda di Taliercio – ha ricordato Bettin – ha colpito in maniera profonda non solo la nostra città, ma tutto il Paese. Ricordare quanto è avvenuto è molto importante per capire il nostro passato ed agire al meglio nel presente, affinché fatti come questi non debbano più ripetersi.”

    La cerimonia si è poi spostata davanti al monumento che ricorda Taliercio per la posa di una corona di fiori.

Ecco il testo completo dell'intervento dell'assessore Boraso:

"Prima di ricordare come si deve la figura dell'Ing. Giuseppe "Pino" Taliercio voglio a nome dell'Amministrazione Comunale ringraziare tutti
i partecipanti cominciando da Cesare, figlio di Giuseppe, il quale ci onora della Sua presenza e inoltre desidero ringraziare tutte le istituzioni e organizzazioni qui presenti con un ringraziamento particolare alla Syndial del Gruppo Eni, al Coro delle Cime e all'Associazione San Vincenzo Taliercio per il supporto prezioso che hanno garantito per lo svoglimento di questa commemorazione.

Credo che il miglior modo per ricordare il compianto Giuseppe Pino Taliercio sia quello di sottolineare cosa sia stato per la nostra comunità: penso che Giuseppe Taliercio sia stato semplicemente una persona perbene, un cittadino capace e impegnato nella sua professione che viveva con la sua famiglia nella libertà, interprete sano del convivere civile.

E' mio intimo convincimento che egli non sia morto invano e sicuramente la sua storia e il suo contributo di umanità rimarranno impressi a lungo nel nostro ricordo che i killer del terrorismo non sono riusciti a scalfire.

Dicevo che Giuseppe Taliercio non è morto invano perchè è anche grazie al sacrificio di persone come lui che oggi possiamo continuare la nostra vita in maniera normale: lavorare, studiare, scrivere, conversare, imparare e anche affrontare le tante avversità che ci capitano ma sempre nella piena libertà del nostro agire quotidiano.
Ricordiamolo sempre!
Ecco perchè, qui, con questa commemorazione, credo fermamente che salvaguardare la memoria dell'Ingegner Taliercio, così come il ricordo di SILVIO (DETTO SERGIO) GORI ucciso a Mestre il 29 gennaio 1980 e del Commissario ALFREDO ALBANESE trucidato il 12 maggio 1980 e di tutte le altre vittime del terrorismo, significa dare ancora voce a tutti coloro i quali sono morti ingiustamente nell'esercizio delle proprie funzioni.
Concedetemi di dire anche che tutti gli atti di terrorismo non possono e non potranno mai essere giustificati, qualunque motivo ci sia dietro e la lezione che vorrei trarre da questa giornata è quella che bisogna impegnarsi sempre e a fondo per combattere e sradicare dal terreno del nostro vivere civile anche il più piccolo germoglio del seme dell'odio che genera intollerabile violenza: ritrovarci qui a ricordare ancora Giuseppe Pino Taliercio significa proprio consolidare dentro tutti noi, e spero anche nelle generazioni future, il preciso significato delle parole: vita, umanità, libertà e democrazia! Per non dimenticare .... Grazie a tutti!"

 

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