In relazione alle notizie di stampa relative ad un esposto, da parte del consigliere Avv. Davide Scano, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, all'Autorità Anticorruzione, in relazione alla transazione relativa ai lavori del sottopasso del Terraglio, l’assessore all'Avvocatura civica, Avv. Paolo Romor, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Il consigliere Scano solleva delle accuse circa la legittimità e l'opportunità della chiusura transattiva della causa tra Comune di Venezia, l'impresa esecutrice ed i progettisti dell'opera, avvenuta nel 2016.
Le accuse hanno chiaramente dell'incredibile, infatti basta ricordare:
- che l'accordo nasce dall'individuazione di una valida soluzione tecnica proprio da parte dei consulenti tecnici incaricati nella causa, su sollecitazione del perito nominato dal Giudice del Tribunale;
- che tale soluzione, pur comportando un costo minore di quella precedentemente ipotizzata, è stata ritenuta "definitiva e risolutiva dei problemi", sia da parte dei tecnici comunali, sia da parte del perito incaricato dal Comune e, nel frattempo realizzata, ha già dimostrato la propria efficacia alla prova dei fatti;
- che l'intero costo dell'intervento risolutivo è stato sostenuto dall'impresa e dai progettisti, così che l'Amministrazione ha potuto perseguire, rapidamente, efficacemente, ed a costo zero, l'interesse pubblico alla messa in sicurezza del sottopasso che, dal 2008, rappresentava un grave pericolo per gli automobilisti.
Si è trattato quindi di un atto transattivo, non solo perfettamente legittimo, ma assolutamente opportuno (e che, anzi, sarebbe stato gravemente erroneo, proprio nell'interesse dei cittadini, non concludere).
Il consigliere Scano, prima di far perdere tempo alle autorità statali, che ha inutilmente disturbato, avrebbe fatto bene a considare che, se il Comune si fosse ostinato a pretendere le somme come da lui indicato, non sarebbe stato possibile raggiungere alcun accordo, e si sarebbe dovuto procedere in una lunga e complessa causa con:
- il permanere, per anni (facilmente una decina, tra appello e Cassazione), delle infiltrazioni e, quindi, del grave pericolo per gli automobilisti,
- il rischio di accoglimento da parte del Giudice di una delle difese, procedurali e di merito, svolte dall'impresa e dai progettisti e, quindi, di soccombenza da parte del Comune,
- il rischio, anche in caso di esito positivo della causa, di non solvibilità delle controparti e, quindi, di non riuscire a recuperare alcunchè.
Tutti elementi che il consigliere Scano non ha evidentemente considerato, giungendo ad insistere per una soluzione di sconcertante superficialità ed intraprendendo iniziative rispetto al cui contenuto sarà doveroso verificare la sussistenza di eventuali profili calunniosi o diffamatori”.
Venezia, 27 marzo 2018